Dopo 221 anni torna in produzione l’antica birra dell’abbazia di Grimbergen

Sono passati 221 anni dall'ultima volta in cui l'hanno prodotta: è la birra medievale dell'Abbazia di Grimbergen, fondata in Belgio nel 1128. Un gruppo di monaci la produrrà seguendo le sue antichissime ricette.

Dopo 221 anni torna in produzione l’antica birra dell’abbazia di Grimbergen

Chi si intende di birra sa bene che già esiste, dagli anni ’50, una birra della Calsberg chiamata Grimbergen, anche se quella birra – che non ha nulla a che vedere con l’antica ricetta medievale – è solo il frutto di un accordo commerciale per l’utilizzo del nome tra l’abbazia e i due colossi della birra, Carlsberg e Heineken. Da oggi, invece, sarà possibile gustare anche la birra dell’antica tradizione dei monaci dell’Abbazia di Grimbergen, dopo ben 221 anni in cui non era stata più prodotta.

La storia

Il Belgio è molto famoso per la produzione di birra da parte di monaci e ogni monastero ha il suo birrificio artigianale e suoi maestri del malto e del luppolo. L’abbazia di Grimbergen non faceva eccezione: i monaci hanno prodotto la loro birra secolo dopo secolo nonostante 3 incendi con altrettante ricostruzioni, ma hanno smesso di produrla nel 1798, quando i monaci vennero cacciati dall’abbazia durante la Rivoluzione Francese.

Le ricette originali, nel Medioevo, erano tramandate oralmente tra i monaci, ma successivamente furono trascritte e, infine, per salvarle dalla furia e dalla violenza della Rivoluzione Francese, furono trasferite in luoghi sicuri fuori dall’abbazia.
Chiunque si reca in visita all’abbazia, però, resta deluso dal fatto che non vi sia un birrificio e che i suoi monaci, quindi, non producano birra. Per questo motivo, è nata l’idea di tornare a produrla costruendo in primis un mini birrificio ma, siccome non si poteva produrre una birra qualsiasi, per questo sono stati rispolverati antichi documenti che riportavano varie ricette medievali per poter così produrre quella originale dell’abbazia.

L’antica ricetta

Queste ricette della birra dell’abbazia di Grimbergen sono state ritrovate sparpagliate nelle immense biblioteche e ricostruite tramite 35 mila documenti composti da vecchie pergamene e libri antichissimi: non è stato facile decifrarle in quanto il linguaggio dei monaci dell’epoca era molto diverso da quell’odierno. Inoltre alcune parti dei testi erano scritte in fiammingo antico e altre ancora in alcune forme di latino per lo più sconosciute. 

In aiuto dei monaci sono stati chiamati alcuni volontari esperti in lingue antiche per riuscire, finalmente, a tradurre le ricette, e i monaci hanno così scoperto che il segreto di quella birra era un determinato tipo di luppolo e il tipo di materiale di botti e bottiglie. Inoltre, in quei testi è stato possibile scoprire anche un elenco di varie birre.

Ma le birre prodotte seguendo la ricetta originale sarebbero risultate difficili da digerire ed è per questo che i monaci hanno preferito apportare delle modifiche, cosa che accadeva anche in passato in quanto i monaci, sin dal Medioevo, aggiornavano le loro ricette ogni 10 anni con varie innovazioni e cambiamenti, frutto di esperienza e ricerche.
Le uniche cose che non sono cambiate della ricetta originale sono l’utilizzo di alcuni prodotti locali, l’assenza di additivi artificiali, e l’uso di botti di legno.

La commercializzazione

Il simbolo apposto sulle bottiglie di birra è una fenice proprio in virtù del fatto che l’abbazia è stata ricostruita dopo ogni incendio e che la sua birra è tornata a rivivere dopo oltre due secoli dall’ultima produzione.

È stato così che la birra dell’abbazia di Grimbergen è stata prodotta di nuovo in loco e fatta conoscere al mondo con una cerimonia in cui il vice priore Karel Stautemas, con orgoglio, ha offerto la birra a 100 persone.

A venderla sarà Carsberg, che avrà dunque due linee: quella industriale commercializzata in tutto il mondo e quella artigianale dei monaci dell’abbazia, limitata ad un certo quantitativo annuale e commercializzata solo in Belgio.

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