Donna partorisce in aereo verso gli USA: rimpatriata senza il figlio

Una donna taiwanese, incinta di 9 mesi, ha tentato di arrivare negli Stati Uniti a bordo di un aereo per partorire in suolo USA ed ottenere la cittadinanza. Ma è stata rimpatriata senza il figlio, e condannata a pagare l'equivalente di 28.000 euro.

Donna partorisce in aereo verso gli USA: rimpatriata senza il figlio

Una donna originaria di Taiwan (Stato de facto situato in Cina, non riconosciuto però né dalle autorità cinesi, né tantomeno dall’ONU e dall’Unione Europea) ha partorito a bordo di un volo diretto verso gli Stati Uniti, dopo essersi imbarcata mentre era già incinta di 9 mesi. Le sue intenzioni sarebbero state quelle di dare alla luce il bambino sul suolo statunitense, in maniera tale da poter accedere a tutte le agevolazioni del caso per ottenere la cittadinanza a stelle e strisce.

Peccato però che il suo piano sia fallito quando, all’improvviso, le si sono rotte le acque in aereo, ed il bambino ha iniziato a spingere per uscire. Così Jian (questo il nome della donna) si è trovata a dover partorire in totale emergenza a bordo del velivolo, partito da Taipei e diretto a Las Vegas, Il personale di bordo, dopo attimi di panico, è riuscito tuttavia a mantenere la situazione sotto controllo.

Fortuna ha voluto infatti che uno dei passeggeri che si trovavano in quell’aereo ed in quel momento fosse un medico: l’uomo ha aiutato la futura madre a dare la vita al nascituro, mentre-vista la situazione-i piloti hanno corretto la propria rotta, improvvisando uno scalo forzato all’aeroporto di Anchorage (Alaska) così da poter trasportare Jian in ospedale. In questo modo la donna è riuscita a partorire senza complicazioni a circa 9.000 metri d’altitudine, tra gli applausi dei presenti (alcuni dei quali hanno filmato l’incredibile scena con i propri smartphone).

Peccato però che i suoi propositi non si siano concretizzati: la neomadre è stata infatti accusata di essersi messa in viaggio verso gli Stati Uniti al solo scopo di partorire all’interno del Paese, ed ottenere così la cittadinanza automatica. Tant’è che, secondo quanto riportato dai testimoni, non appena dato alla luce il figlio, Jian avrebbe subito domandato: “Siamo già in America, vero?”.

Stando a quanto riporta il sito di news China.com.cn,, Jian è stata rimpatriata a bordo di un altro aereo subito dopo aver ricevuto assistenza medica presso l’ospedale sabato scorso, mentre il figlio-acquisita la cittadinanza statunitense per diritto di nascita-è invece rimasto negli USA.

Oltre al danno, la beffa: non solo la donna non è riuscita a diventare cittadina degli Stati Uniti, ma il Ministro cinese dei Trasporti e delle Comunicazioni, Chen Jian-yu, ha affermato che sarà condannata a pagare un risarcimento di 200.000 yuan (l’equivalente di circa 28.000 euro) per avere nascosto alla compagnia le proprie condizioni al momento dell’imbarco.

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