Donald Trump: "Sparatorie? Colpa dei videogiochi sparatutto"

Donald Trump ha incolpato i videogiochi violenti delle due sparatorie tenute a 13 ore di distanza l'una dall'altra. Qualcuno, invece, si oppone alle sue dichiarazioni.

Donald Trump: "Sparatorie? Colpa dei videogiochi sparatutto"

L’America è stata protagonista di due sparatorie nel mezzo della folla nello scorso weekend a El Paso (Texas) e Dayton (Ohio). Secondo Donald Trump la colpa di quanto sta accadendo sarebbe da attribuire alle aziende che sviluppano i videogiochi. Le prime parole del Presidente degli Stati Uniti d’America, infatti, sono state: “Dobbiamo fermare la glorificazione della violenza nella nostra società”.

Le stragi hanno causato la morte di una trentina di persone in appena 13 ore: “Ciò include i videogiochi raccapriccianti e raccapriccianti che ora sono all’ordine del giorno. Oggi è troppo facile per i giovani in difficoltà circondarsi di una cultura che celebra la violenza. Dobbiamo interrompere o ridurre sostanzialmente questo, e deve iniziare immediatamente”, continua Trump.

Le sparatorie in America sono colpa dei videogiochi?

Da sempre i videogiochi, come ad esempio gli sparatutto, sono al centro dell’attenzione e l’argomento risale a galla ogni volta che si verifica una sparatoria e i colpevoli sono ragazzi molto giovani, a volte anche minorenni. Trump, secondo i giornali locali, avrebbe sottostimato il problema legato all’accessibilità delle armi vere e alla supremazia dell’uomo bianco.

Anche altri membri, come il tenente Dan Patrick, dà la colpa ai videogiochi, in quanto le industrie incentiverebbero i ragazzi ad uccidere il prossimo. Al momento, però, non ci sono prove che la strage ad El Paso si riferisca precisamente a Call of Duty, come qualcuno affermava. 

Qualcuno, invece, sembra prendere le difese di questi ultimi, spiegando che sono presi sottogamba problemi decisamente più seri. E, infatti, cercando su internet, non c’è alcuna prova che la violenza nei videogiochi sia da ricollegare alle violenze nella realtà. La storia, infatti, insegna che già nel 2000 c’erano delle cause legali tra l’attivista Jack Thompson e Rockstar (sviluppatore di Gran Theft Auto) e le vicende si sono ripetute nel tempo, anche nel 2005, nel 2011, e tutt’oggi. 

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