Difesa planetaria: la NASA fa schiantare una sonda su un asteroide per cambiarne la traiettoria

Per la prima volta nella storia una sonda della Nasa è stata fatta schiantare contro un asteroide. E' stato necessario un viaggio lungo 10 mesi: ecco come si è concluso.

Difesa planetaria: la NASA fa schiantare una sonda su un asteroide per cambiarne la traiettoria

Dopo 750 milioni di km e 10 lunghi mesi di viaggio, la sonda Dart della Nasa si è schiantata contro l’asteroide Dimorphos. E’ il primo tentativo da parte dell’uomo di deviare un corpo celeste dalla propria orbita; una missione necessaria per testare questa possibilità soprattutto in ottica futura, nell’eventualità che si presenti una minaccia concreta.

Tra le minacce esterne che potrebbero mettere a rischio l’umanità c’è sicuramente il problema degli asteroidi. Per questo motivo, gli scienziati della Nasa sono al lavoro già da anni per trovare soluzioni a questo rischio concreto. Quella di cambiare l’orbita al corpo celeste è una delle possibilità al momento più fattibili, ma scopriamo se ha funzionato.

L’impatto con l’asteroide

Portato a termine il primo ‘test di difesa planetaria‘, come è stata ribattezzata appunto questa missione, occorrerà attendere qualche settimana prima di capire se l’orbita dell’asteroide sia effettivamente cambiata. Di per sè l’asteroide Dimorphos non rappresenta alcuna minaccia per la Terra, tuttavia è stato il corpo celeste designato dagli scienziati per eseguire questo test.

La sonda Dart, che è grande appena come un distributore automatico, si è schiantata contro l’asteroide ad una velocità di 24.140 chilometri l’ora intorno all’1.14 ora italiana. L’intento non era quello di distruggerlo, anche perchè Dimorphos è grande come un campo da calcio, ma si spera semplicemente di averne deviato l’orbita. L’asteoride in questione fa parte di un sistema doppio, dove Dimorphos orbita attorno ad un asteroide più grande, Didymos, ogni 11 ore e 55 minuti.

L’impatto è avvenuto ad di 11 milioni di km dalla Terra, una distanza talmente tanto enorme che le immagini dell’accaduto sono arrivate a noi dopo 38 secondi. Tra qualche settimana la Nasa sarà in grado di verificare se l’orbita dell’asteroide si sia o meno modificata, solo in quel caso il test avrà avuto il successo sperato.

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