Covid: l’antivirale molnupiravir dimezza il rischio di ospedalizzazione e morte

Covid e antivirale Molnupiravir: la pillola che dimezza il rischio di ospedalizzazione o morte è stata approvata nel Regno Unito, mentre l'Ema ha iniziato la sua valutazione il 25 ottobre

Covid: l’antivirale molnupiravir dimezza il rischio di ospedalizzazione e morte

Il Molnupiravir, una pillola antivirale sviluppata dalla Merck e Ridgeback Biotherapeutics, è stata pubblicizzata come un potenziale punto di svolta nella lotta contro il Covid-19. Durante uno studio su adulti con casi da lievi a moderati, il farmaco sperimentale ha dimostrato di ridurre di circa la metà il rischio di ospedalizzazione o morte. La promessa di un trattamento che i pazienti possono utilizzare direttamente da casa, senza necessità di ricovero, ha spinto alcuni governi a chiedere forniture anche prima che la maggior parte delle autorità di regolamentazione decidesse se approvarne l’uso.

Il Regno Unito è diventato il primo ad autorizzare il Molnupiravir: la velocità del governo di Boris Johnson nell’autorizzare il farmaco anti-covid di Merck è stata sorprendente, ma del resto il Regno Unito è stata la prima nazione occidentale a dare il via libera al vaccino Pfizer-BioNTech lo scorso anno. “Oggi è un giorno storico per il nostro Paese, poiché il Regno Unito è ora il primo Paese al mondo ad approvare un antivirale che può essere assunto in casa per combattere il covid“, ha affermato il segretario alla sanità britannico, Sajid Javid.

Da parte sua, l’Ema, che deve autorizzarne l’uso nell’UE, ha iniziato la sua valutazione il 25 ottobre, quindi la decisione finale potrebbe richiedere ancora qualche tempo. Marco Cavaleri, responsabile delle strategie vaccinali di questa agenzia, ha affermato che l’Ema è “pronta a consigliare” gli Stati membri affinché possano usufruire d’urgenza di questo nuovo trattamento, prima dell’approvazione della licenza europea definitiva.

COS’E’ MOLNUPIRAVIR?

È il nome chimico di un medicinale originariamente sviluppato per curare l’influenza. Il suo effetto è l’inibizione della replicazione del SARS-CoV-2, attraverso un meccanismo noto come “mutagenesi letale“: attacca un’enzima che il virus utilizza per creare copie di se stesso, mantenendo bassa la carica virale nell’organismo e riducendo la gravità della malattia. Questi nuovi antivirali colmano una lacuna nell’arsenale contro la malattia: i vaccini che sono stati sviluppati in tempi record agiscono nel punto iniziale dell’infezione, riducendo il rischio di infezione. I trattamenti che si sono dimostrati efficaci negli ospedali agiscono nelle fasi avanzate del covid, riducendo il rischio di complicanze critiche e decessi. Ma fino ad ora non c’erano trattamenti per la fase intermedia, che impedissero ai casi inizialmente lievi di diventare gravi.

QUANTO E’ EFFICACE?

L’analisi ad interim dei dati di uno studio randomizzato ha rivelato che riduce il rischio di ospedalizzazione di circa il 50%: dei 385 pazienti che hanno ricevuto il farmaco, 28 (il 7,3%) sono stati ricoverati in ospedale, rispetto a 53 su 377 (il 14,1%) che hanno ricevuto un placebo. Al giorno 29, non ci sono stati decessi tra i pazienti che hanno ricevuto molnupiravir. Lo studio era relativamente piccolo e sono necessarie ulteriori ricerche. Tuttavia, i risultati sono stati così incoraggianti che Merck e Ridgeback hanno deciso di interrompere la sperimentazione e avviato il processo per ottenere l’autorizzazione normativa.

MODALITA’ DI SOMMINISTRAZIONE

Gli adulti con Covid da lieve a moderato devono assumere Molnupiravir per bocca ogni 12 ore per cinque giorni. Uno studio condotto nel 2021 ha mostrato che molnupiravir ha scarso effetto su pazienti già ospedalizzati con malattia grave.

CI SONO EFFETTI COLLATERALI?

Secondo quanto riportato dal quotidiano Infobae, solo l’1,3% dei partecipanti che assumevano molnupiravir ha interrotto a causa di un evento avverso, rispetto al 3,4% del gruppo placebo. Tuttavia, molnupiravir dovrà essere testato in un gruppo molto più ampio di pazienti per determinarne correttamente la sicurezza. Alle persone che hanno partecipato allo studio è stato chiesto di astenersi dal sesso eterosessuale o di usare la contraccezione. Sebbene questa sia una pratica di routine con alcuni altri farmaci, come la chemioterapia antitumorale, suggerisce che molnupiravir ha il potenziale di causare difetti alla nascita in caso di gravidanza.

 

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