Covid-19, potrebbero essere utilizzati tamponi rettali: buone notizie dalla Cina

Il tampone nel retto sarebbe efficace al pari di quello nasale e orofaringeo, in quanto nel canale rettale le tracce del Sars-CoV-2 rimarrebbero più a lungo. Già sperimentato in Cina il sistema ha dato buoni risultati e si valuta di introdurlo in Europa.

Covid-19, potrebbero essere utilizzati tamponi rettali: buone notizie dalla Cina

Le autorità sanitarie di tutto il mondo stanno studiando modi sempre nuovi per identificare il coronavirus Sars-CoV-2 nelle persone contagiate. Al momento esistono tamponi nasali e orofaringei, sia molecolari che rapidi, ma ben presto se ne potrebbe aggiungere un altro, ovvero il tampone rettale. Già ribattezzati tamponi anali, questi ultimi sono stati sperimentati in queste ultime settimane in Cina, dove pare abbiano dato buoni risultati. Le autorità sanitarie, infatti, hanno dichiarato che il Covid-19 rimane più a lungo nel canale rettale, per cui sarebbe più facile e meno difficoltoso trovare i positivi. Si tratta di un esame ancora più invasivo di quelli tradizionalmente usati, ma che potrebbe rilevarsi utile al fine di tracciare e testate tante persone. 

Il test è stato utilizzato anche in alcune strutture di Pechino per sottoporre ad esame le persone che si trovavano in una struttura di quarantena. Grazie al tampone rettale è stato possibile trovare varie persone positive al virus. Per verificare l’affidabilità del tampone rettale i risultati sono stati confrontati con gli esiti dei tamponi molecolari. La ricerca del coronavirus, quindi, partirebbe da un campione che però non si trova in una via di ingresso principale del virus, ma d’uscita appunto. E pure non è la prima volta che le feci e i liquidi corporei risultano utili all’identificazione di Sars-CoV-2.

Si valuta l’uso in Europa

Già negli scorsi mesi, sempre in Cina ma anche in varie nazioni europee, le autorità sanitarie di varie città hanno cercato di identificare il Sars-CoV-2 all’interno dei tombini della fognatura. Infatti gli esperti pensano che proprio analizzando i liquidi biologici potrebbero essere prevenuti focolai di Covid-19 nelle città più grandi, ma anche in quelle più piccole. Ed ecco che adesso arriva l’idea del tampone rettale, che potrebbe in parte confermare tale teoria.

La pratica, comunque, da molte persone, viene ritenuta “sconveniente”. Eppure in queste ore se ne è parlato anche alla Commisione Europea. Il Vecchio Continente, se davvero l’efficacia di questo test dovesse essere dimostrata, potrebbe introdurre l’utilizzo del test rettale sul territorio della Unione Europea. In questo caso, però, saranno i rispettivi Stati Membri a decidere se utilizzarlo o meno: quella di Bruxelles in questo caso sarà solo una raccomandazione. 

L’impiego del test rettale potrebbe essere utilizzato lì dove nei pazienti che si sospettano siano stati contagiati venga riscontrata una carica virale assente con i tamponi nasali e orofaringei. Dobbiamo precisare, questo ai fini della cronaca, che il tampone rettale viene già ampiamente utilizzato per identificare infezioni e malattie intestinali causate da virus e batteri. Il test rettale in gravidanza, ad esempio, è indicato per la ricerca dello Streptococcus agalactiae, un batterio gram positivo che nei bambini in utero può essere la causa di sepsi, meningite e polmonite neonatale.

Continua a leggere su Fidelity News