“Resta una sostanziale incertezza sull’evoluzione del virus. C’è la possibilità di nuove varianti più contagiose e letali che siano più resistenti ai vaccini esistenti, a meno che vaccinazioni efficaci non siano rapidamente e completamente diffuse ovunque”. Questo è il monito lanciato dall’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che si dice preoccupata per la diffusione del coronavirus Sars-CoV-2. C’è il rischio, infatti, che le nuove mutazioni possano diffondersi, per questo c’è bisogno di distribuire i vaccini anche nelle aree del mondo in via di sviluppo.
Ciò causerebbe un importante impatto sulle economie mondiali. Se i contagi aumentassero grazie a queste varianti, c’è il rischio che nei prossimi mesi ci possano essere nuove misure restrittive e di contenimento. Per questo un nuovo indebolimento “della crescita guidato dal virus sarebbe più difficile da attutire, con conseguente ulteriore aumento della povertà acuta e potenzialmente problemi di finanziamento” – così afferma l’Ocse.
Ocse: “Economia a livelli pre-pandemia nel 2022”
L’Organizzazione ritiene però che tutto sommato, se le cose continuassero ad andare in questa maniera, l’economia mondiale potrà tornare ai livelli pre-pandemia nel 2002. Allora saranno riprese infatti la maggior parte delle attività, per cui il Pil globale aumenterà del 5,8% nel 2021 e del 4,4% nel 2022.
Laurence Boone, capo economista dell’Ocse, ha affermato che la ripresa sarà “irregolare”, in quanto l’economia mondiale resta per il momento “al di sotto del suo percorso di crescita pre-pandemia e in troppi paesi dell’Ocse gli standard di vita alla fine del 2022 non saranno tornati al livello previsto prima della pandemia” – questo è l’avviso dell’Organizzazione.
Per quanto riguarda l’Italia, nei prossimi mesi la situazione economica dovrebbe migliorare, anche se settori come quello del turismo continuano a soffrire. Basti pensare che nel 2019, prima che scoppiasse la pandemia, il turismo rappresentava il 6,9 del Pil nazionale. Al momento nel nostro Paese la maggior parte delle industrie sono ripartite e si stima che il Pil dovrebbe crescere del 4,4% nel 2022.