A Hong Kong è scattato il primo lockdown totale dall’inizio della pandemia. Le indiscrezioni erano già filtrate negli scorsi giorni, ma in queste ore è arrivata l’ufficialità. Da oggi 23 gennaio e fino alle 6:00 di giorno 25, i residenti del distretto Yau Tsim Mong, e precisamente del quartiere Jordan a Kowloon, saranno sottoposti a durissime restrizioni delle libertà personali. Sarà vietato infatti lasciare il quartiere, anche se le persone potranno muoversi al loro interno. Il blocco totale durerà 48 ore. Tutta la popolazione del quartiere verrà testata, questo in modo da vedere se e quanti positivi ci sono. Sono 10.000 i tamponi previsti, tanti quanti sono appunto gli abitanti della zona di Jordan.
Le restrizioni interessano almeno 150 unità abitative. Le autorità sanitarie sperano di poter concludere tutte le operazioni di test già entro la giornata di oggi 23 genanio. Le persone saranno poi obbligate a rimanere a casa in attesa dei risultati del tampone. Alla fine dei due giorni di blocco si vedrà quante persone infette ci sono nel quartiere. L’allarme è scattato negli scorsi giorni, quando nella zona di Jordan, tra il primo e il 20 gennaio, si sono verificati 162 contagi.
Creato cordone sanitario
Le autorità cittadine e dello stesso distretto hanno provveduto a creare un cordone sanitario, con migliaia di agenti schierati attorno ai confini dell’area interessata, questo in modo da far rispettare il lockdown alla popolazione. Nessuno potrà lasciare il quartiere fino a quando le autorità non si saranno assicurate di aver sottoposto a tampone tutta la popolazione. Al momento le restrizioni riguardano solo quest’area di Hong Kong, ma non è escluso che anche altri quartieri o zone possano subire restrizioni.
Tra l’altro il quartiere di Jordan, lì dove è scoppiato il focolaio più importante, è una zona popolare di Hong Kong, tra le più povere e lì dove sono presenti minoranze etniche. Quale sia stata la causa di contagio ancora non è dato sapere, ed è proprio per questo che adesso si è dato avvio a questa enorme campagna di contact tracing per cercare di frenare il contagio nell’ormai ex colonia britannica. In questi mesi Hog Kong è entrata sempre più nell’orbita del Governo cinese, si pensi ad esempio alle proteste che ci sono state per la cosiddetta “Legge sulla sicurezza nazionale”.
Dall’inizio della pandemia, secondo i dati dell’agenzia ufficiale cinese Xinhua, a Hong Kong sono 9.928 i casi confermati di contagio con 168 decessi. Il Paese è stato tra i più virtuosi al mondo a contenere la pandemia, testando migliaia di persone e tracciandole anche con i dispostivi elettronici. Fino ad ora non c’era mai stato bisogno di introdurre un lockdown, ma la situazione del quartiere Jordan comincia a preoccupare davvero tutti.