L’Italia si sta preparando alla fase 2 per combattere l’epidemia da Covid-19 e in programma c’è la lenta riapertura delle attività, dei negozi, dei punti di ristorazione e simili. In Germania la riapertura è iniziata prima, con le fabbriche e gli stabilimenti che hanno rimesso in moto le attività.
Tuttavia il numero di contagi ha subito un’impennata e lo stesso vale per l’indice di contagio che proprio oggi ha raggiunto nuovamente il valore unitario. Erano entrate da poco le misure per l’allentamento delle retrizioni in Germania e l’indice era addirittura sceso a 0.7. Dopo la riapertura, però, esso è tornato a 1. Questo significa che una persona, in Germania, è in grado di contagiarne un’altra.
I dati sono stati pubblicati dal Robert Kock Institute ed è stato confermato che dall’inizio della pandemia ci sono stati 156.337 casi e 5.913 vittime. Il 27 aprile, il tasso di mortalità è rimasto piuttosto basso toccando circa il 3.8%. Entro la giornata di giovedì sono previste ulteriori riunioni e consultazioni per analizzare i dati raccolti in questi giorni.
Tra le possibilità c’è anche quella di ritornare al lockdown iniziale, e dunque chiudere nuovamente tutto. Per quest’ultima decisione, però, potrebbe essere necessario aspettare almeno fino al 6 maggio, quando la Merkel si riunirà con i principali vertici delle regioni. La Cancelliera aveva già confermato che si sarebbe passato a “chiudere tutto se il numero di nuovi infetti fosse cresciuto esponenzialmente”.
Proprio per questo motivo, il presidente dell’Istituto Robert Koch, Lothar Wieler, in una conferenza stampa tenuta questa mattina a Berlino, ha invitato tutti i cittadini a restare il più possibile a casa e rispettare, qualora fosse necessario uscire per strada, il distanziamento di circa 2 metri. L’obiettivo è quello di non vanificare gli sforzi fatti nelle ultime settimane.