La pandemia da Coronavirus si sta protraendo decisamente per troppo tempo. Dopo aver ricevuto la notizia di un possibile allungamento dello stop fino all’inizio di maggio, provenendo però, da un lockdown iniziato nei primi giorni di marzo, è incredibile riuscire a capire come abbia fatto la Nuova Zelanda a risolvere il problema del Covid-19 in appena 2 settimane.
I numeri registrati sono impressionanti: circa 20-30 casi positivi al giorno, e la riduzione dei contagi prosegue giorno dopo giorno. Al momento il paese conta appena 1.239 casi positivi e un solo decesso. Con questo andamento si prospetta di uscire dalla zona di pericolo di livello 4 già dal 20 aprile (il livello 4 è lo stato di emergenza massimo del Paese).
Nuova Zelanda: come combatte il Coronavirus?
La strategia non era volta a contenere la diffusione del virus, ma ad eliminarlo definitivamente. Sin dal primo giorno, in Nuova Zelanda, già dai primi casi registrati, sono state poste delle misure di isolamento molto rigide: le scuole, i locali, e i vari servizi non essenziali, sono stati chiusi immediatamente. Il lockdown era iniziato il 25 marzo, e inizialmente le stime affermavano che sarebbe durato un mese.
Principalmente le autorità si sono concentrate maggiormente sulla localizzazione dei contatti dei malati. Ciò non toglie che ci saranno dei rallentamenti legati alle attività, tuttavia questo metodo per contenere i danni economici del Paese sembra funzionare egregiamente.
A fare un eccellente lavoro è stata anche l’abilità nel comunicare ai cittadini del premier Jacinda Ardern: ai bambini, ad esempio ha spiegato che: “Il coniglio pasquale e la fatina dei denti sono lavoratori essenziali“. Al momento, dunque, queste rigide misure di isolamento stanno funzionando molto bene e la curva dei contagi si sta già abbassando: molto presto potrebbero iniziare con quella che in Italia chiamiamo fase 2, ovvero la riapertura di alcune attività tenendo conto di alcune misure di sicurezza.