Il dittatore nordcoreano Kim Jong-un viene nuovamente accusato di crimini contro l’umanità dal gruppo non governativo coreano, Transitional Justice Working Group (TJWG). Questa volta nel rapporto si legge come la Corea del Nord abbia organizzato un nuovo plotone d’esecuzione per eseguire le condanne a morte su suolo pubblico, dalle rive dei fiumi alle scuole.
I condannati a morte rispondono a reati come prostituzione, furto, distribuzione di stampa sudcoreana e l’aver guardato la televisione della Corea del Sud. Queste terribili rivelazioni sono il risultato della raccolta di oltre 375 testimonianze di dissidenti e disertori del Paese, pubblicate il 19 luglio sul Mail online. Le esecuzioni vengono eseguite dai soldati di Kim tramite il pestaggio a morte poichè, come è stato dichiarato in una testimonianza, secondo gli ufficiali: “Per alcuni crimini non vale la pena sprecare proiettili”.
Secondo le testimonianze degli ex cittadini nordcoreani, raccolte nel rapporto del Transitional Justice Working Group (TJWG), le esecuzioni avrebbero luogo nei mercati, a scuola e in qualsiasi altro luogo pubblico. Alcuni cittadini sarebbero stati condannati a morte per piccoli reati come il furto di riso o rame. Le pubbliche esecuzioni extragiudiziali sono inevitabilmente condizionate dalle campagne di governo per scoraggiare determinati comportamenti ritenuti illegali e subiscono anche l’influenza delle origini della vittima, l‘ambiente familiare e lo status.
Questa non è la prima volta che il regime nordcoreano viene accusato di crimini contro l’umanità. Nel 2014 fu il turno della ong Amnesty International, che portò a conoscenza le Nazioni Unite dei campi di prigionia sul suolo nordcoreano con impronta nazista. In questi campi sono morti centinaia di migliaia di prigionieri del tipo politico o semplici dissidenti del regime. Molti dei prigionieri vengono fatti morire di fame dopo continue torture, altri vengono direttamente uccisi per esecuzione.
La Corea del Nord ovviamente nega di aver commesso qualsiasi tipo di crimine, puntando il dito contro gli Stati Uniti che, secondo la propaganda del paese, vengono descritti come invasori e barbari, senza nessun rispetto per il genere umano. In passato anche alcuni funzionari governativi nordcoreni sono stati condannati a morte e giustiziati platealmente con la funzione di deterrente politico.