PECHINO – Kim Jong-un l’aveva minacciato e l’ha fatto, ha lanciato un nuovo missile sopra il Giappone. L’ultima intimidazione di Kim Jong-un, il lancio di un nuovo missile che ha sorvolato l’isola giapponese di Hokkaido. Kim Jong-un: uno contro il mondo e contro tutti, che lo scorso weekend aveva richiamato gli scienziati eroe del mega test nucleare per festeggiarli a modo suo in elegantissimo gala.
Questo si ritiene un segnale pericolosissimo dato che basterebbe un minimo incidente di percorso, anche solo un pezzo di missile che si stacca, per innescare una di quelle spirali che facilmente possono sfuggire al controllo. In fondo è così che si arrivrò alla prima guerra mondiale. Queste le parole del Ministro rampini.
Questo è il segno che si tratta quindi di un missile intercontinentale, dato che il missile sarebbe volato ancora una volta sull Giappone.
Si ritiene un missile, quantomeno a medio raggio, di quelli probabilmente capaci di raggiungere gli Usa. Ha volato per 3700 chilometri raggiungendo 770 chilometri d’altezza, raggio che poteva consentirgli di raggiungere la base americana di Guam. Il mese scorso, Kim Jong-un aveva minascciato di “circondare di un cerchio di fuoco” la base americana.
Il Pentagono, nella notte, ha escluso che il lancio rappresenti una minaccia per gli Usa. Il missile della scorsa notte ha varcato quella “linea rossa” tracciata da Seul: “Non permetteremo che Kim ottenga una bomba atomica che possa montare su un missile intercontinentale”.
Un lancio che arriva all’alba del 15 settembre seguendo un vero e proprio calendario delle provocazioni che, soprattutto, con la puntualità dimostrata finora dal regime lo conferma. Lunedì scorso l’Onu aveva le nuove sanzioni e proprio oggi negli Usa (ancora il pomeriggio del 14 settembre) il presidente Donald Trump ha annunciato ufficialmente il suo viaggio di novembre in Cina, Giappone e Corea del Sud. Sì, il presidente ha promesso “fuoco e fiamme” e arriverà a Seul, a meno di un’ora dal confine demilitarizzato dove Kim ha appostato le artiglierie.