Quattro nuove batterie antimissile americani Thaad sono state installate alla nuova base di Seongju, 300 km a sud di Seul, lo ha reso noto il ministero della Difesa sudcoreano. Le minacce di Pyongyang hanno reso urgente una qualche misura di difesa da parte degli Usa. Ma la temuta guerra in Corea del Nord a quanto dicono il presidente sudcoreano, Moon Jae-in, e quello russo, Vladimir Putin, durante il forum economico di Vladivostok, non ci sarà.
La Cina ha annunciato che appoggerà le misure contro Pyongyang, solo se avvenute nel dialogo. Secondo Pechino, il Consiglio di sicurezza Onu ha il dovere di “adottare le misure necessarie”, e le sanzioni per la soluzione della questione “devono essere accompagnate da negoziati”. Gli Usa e altri Paesi insistono su nuove sanzioni Onu, dopo il test nucleare molto potente condotto dal regime, culmine di una lista di lanci di missili balistici e di test atomici. Donald Trump, il presidente americano non esita a dire che “L’azione militare sarebbe certamente un’opzione”, ma ci tiene ad affermare che “non è inevitabile”, e che preferirebbe evitarla.
L’agenzia di stampa britannica – Reuters ha potuto verificare che le misure chieste dagli Usa si riassumono in una sanzione sul petrolio, il divieto di esportare tessuti e di assumere lavoratori nordcoreani all’estero, stoppare – i viaggi e congelare i beni per Kim Jong-Un.
La Russia resta convinta che ogni sanzione sarà inutile. Putin ha “condannato con decisione” tutti i test di Pyongyagn, ma è tornato a dire che questa crisi bisogna risolverla con mezzi politici, in particolare mettendo in atto la roadmap che Mosca e Pechino avevano proposto.
L’Unione europea sta pensando a proprie sanzioni, già discusse a Tallinn in un incontro informale dei ministri di Esteri e Difesa. Federica Mogherini, rappresentante per la Politica estera dell’Unione europea, avrebbe confermato che si è deciso di appoggiare una risoluzione di “più misure (autonome) in termini di restrizioni economiche”. Il tutto è finalizzato “ad aprire vie di dialogo diplomatico che, per il momento, non sono disponibili”.
Moon Jae-in avrebbe affermato che “Nella penisola coreana, come in tutta la regione, non ci sarà una guerra. Posso dirlo con certezza”, e ha invocato sanzioni “più dure” perché Pyongyang si convinca a rinunciare di sviluppare armi nucleari. Anche Putin ne è convinto: “Sono sicuro che le cose non arriveranno a un conflitto, men che mai con armi di distruzioni di massa”.
Ma Pyongyang non si arrende e promette “potenti contromisure” tramite una sua delegazione a Vladivostock ha annunciato: “Risponderemo al barbaro complotto sulle sanzioni e alla pressione degli Stati Uniti con potenti contromisure”. Accusando poi Seul e Tokyo di fare “politica sporca” attraverso il forum, concentrando tutto su Pyongyang invece di affrontare la questione in termini di cooperazione economica.