Condannata 18 anni fa per aver ucciso 4 figli, i medici scoprono: "È innocente, sono morti per una malattia genetica"

Kathleen Folbigg fu condannata nel 2003 per aver ucciso i quattro figli, tutti morti in culla prima dei 2 anni. Gli scienziati ora scoprono che i bambini soffrivano di una condizione genetica che ha provocato la loro morte improvvisa e chiedono per lei la grazia.

Condannata 18 anni fa per aver ucciso 4 figli, i medici scoprono: "È innocente, sono morti per una malattia genetica"

A quasi 20 anni dalla condanna di una donna australiana per la morte dei suoi quattro figli, si allunga la lista di scienziati che la ritiene innocente e che chiede per lei la liberazione dal carcere. Kathleen Folbigg fu condannata nel 2003 per la morte di Caleb, Patrick, Sarah e Laura, trovati morti in culla tra il 1989 ed il 1999, tutti prima di compiere 2 anni di età.

A 18 anni dalla sentenza, nella quale fu condannata a 40 anni di prigione, un gruppo di 90 scienziati ha sottoposto una petizione per graziare la donna, in quello che viene definito un “aborto di giustizia”. Infatti non era presente alcuna prova medica che sostenesse quanto ricostruito dall’accusa, cioè che la donna avesse strangolato tutti i figli provocandone la morte. Nel 2018 invece gli scienziati hanno scoperto che sia Sarah che Laura avevano una mutazione genetica nel gene CALM2, che causa problemi cardiaci che provocano morti improvvise in neonati e bambini, mentre Caleb e Patrick avevano ereditato dal padre una mutazione al gene BSN, che provoca attacchi epilettici mortali.

Nella petizione, gli scienziati sostengono che la condanna alla donna fu basata su una teoria senza fondamenti chiamata “Legge di Meadow“, secondo la quale è improbabile che più di due bambini in una famiglia muoiano per cause naturali e che quindi un atto criminale debba essere coinvolto. Questa teoria non è più supportata dalla scienza, confermano i medici. “Sappiamo adesso, dopo ad anni di lavoro con famiglie così sfortunate da essere portatori del rischio genetico, che può succedere“.

Oltre alla “Legge di Meadow”, l’accusa portò come prove il diario della Folbigg, che in un punto aveva scritto: “Sono la figlia di mio padre“. Questa frase fu portata come evidenza di colpevolezza, dato che il padre della donna aveva ucciso sua madre a coltellate quando lei aveva solo 18 mesi. La donna aveva sempre sostenuto di essere innocente, e che i figli erano morti per cause naturali, e le autopsie non avevano trovato alcun segno di strangolamento sui bambini.

Tutte le prove mediche che dimostravano l’innocenza della donna furono ignorate a favore del diario, che “non conteneva alcuna ammissione di colpa”, dichiarano gli scienziati nella petizione. “Ogni persona ragionevole avrebbe dovuto dubitare che Ms. Folbigg avesse ucciso i suoi figli. Ha sofferto la morte di quattro figli ed è stata incarcerata ingiustamente perché il sistema giuridico ha fallito“.

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