Peng Shuai è una tennista di origine cinese molto celebre e amata. È balzata alle cronache odierne, oltre ai meriti sportivi, anche perché ha avuto il coraggio di denunciare l’ex premier del Partito Comunista cinese in quanto responsabile di violenza e stupro nei suoi confronti. Da parte dell’ex premier non ci furono né smentite o conferme, ma a distanza di due settimane dalla denuncia, non si sa più nulla della tennista.
Sembra infatti che sia scomparsa nel nulla e vi è molto mistero intorno alla sua sparizione. La tennista, in più occasioni, aveva raccontato di esser stata violentata da Zhang Gaoli, ex vicepresidente della Repubblica popolare della Cina. In queste settimane e ore, i social si stanno mobilitando per trovarla ed è in tendenza l’hastag #whereispengshuai.
La tennista raccontò, proprio sulla piattaforma di Weibo, molto simile a Twitter, le molestie subite in un tweet del 2 novembre scorso rivolgendo accuse all’ex premier con il quale aveva anche una relazione. Un tweet a raccontare una violenza avvenuta ben tre anni fa, ovvero nel 2018, quando Gaoli era ancora vicepresidente del Partito comunista, incarico che ha ricoperto per ben 5 anni dal 2013.
Da quel momento, la Cina non ha visto di buon occhio queste accuse al punto da aver cancellato anche la parola “tennista” e non solo il tweet della campionessa. Tutto ciò non è servito a molto dal momento che sono stati fatti degli screenshot riguardo le accuse che si sono diffuse a macchia d’olio fino alla sua sparizione di queste ultime ore.
Da quel momento, non si sa nulla della tennista che non ha più rilasciato dichiarazioni. L’associazione delle tenniste professionale, la Wta, è dalla sua parte e chiedono che venga fatta una indagine trasparente in merito. In una nota, l’associazione dirama il seguente comunicato: “La sua accusa alla condotta di un ex leader cinese, relativa ad un caso di aggressione sessuale, deve essere trattata con la massima serietà. Ci aspettiamo che questa faccenda venga trattata correttamente, il che significa che le accuse devono essere indagate in modo completo, equo, trasparente e senza censure”.