La Cina è un Paese decisamente pragmatico, nel quale le questioni sollevate dai moralisti lasciano il tempo che trovano. In special modo nell’ambito della ricerca scientifica. Per questa ragione progetti altrove accantonati in quanto bollati come “non etici“, in Cina hanno più di una volta trovato terreno fertile per proseguire.
E’ questo il caso degli embrioni umani resistenti al virus dell’HIV, l’ultimo clamoroso risultato riscosso dall’ingegneria genetica cinese. Gli embrioni in questione, nel numero di 231, erano inutilizzati e non vitali; cionondimeno in molti si sono interrogativi sulla legittimità di questa sperimentazione, a causa degli ovvi dilemmi che comporta per la sua natura intrinseca.
Il progetto è stato realizzato dai ricercatori della Guanzhou Medical University, e pubblicato sul Journal of Assisted Reproduction and Genetics. La tecnica utilizzata per realizzare gli embrioni resistenti all’HIV è stata quella del CRISP-Cas9, conosciuta anche come “editing genetico” (o tecnica del “taglia-incolla” del DNA).
Nello specifico gli scienziati cinesi hanno modificato geneticamente gli embrioni trattati aggiungendo una precisa mutazione capace di proteggere dall’HIV, e quindi di impedire di fatto ad una persona la possibilità di rimanere infettata e sviluppare l’AIDS. La mutazione genetica in questione, rarissima allo stato naturale, è nota con il nome di “CCR5 Delta 32“.
CCR5 Delta 32 impedisce meccanicamente all’Hiv di penetrare all’interno dei leucociti (o globuli bianchi), ed in tal modo il virus non può riprodursi né proliferare ed attecchire nell’organismo dell’ospite. Secondo i risultati pubblicati dai ricecatori cinesi, 26 embrioni tra quelli a disposizione sono stati trattati con questa specifica variante genetica, e di questi 4 hanno risposto in maniera positiva.
Per il team di ricerca, coordinato dal professor Yong Fan, ciò rappresenta una tappa di fondamentale importanda nella lotta all’HIV ed all’AIDS, sebbene il lavoro da svolgere per raggiungere risultati accettabili sia ancora lungo e faticoso.
Ma nella comunità scientifica è subito scoppiata la polemica relativa al valore etico della questione: l’ipotesi più temuta è che questi esperimenti ci condurranno, un giorno, a coltivare gli esseri umani in provetta, “creandoli” su misura a nostro piacimento esattamente come una macchina o una torta.