Cina: due morti a causa della peste bubbonica. Il villaggio è in isolamento

Oltre al Coronavirus, la Cina sta affrontando anche alcuni casi di peste bubbonica per via di due vittime che sono morte nel villaggio della Mongolia interna. Il villaggio è stato messo in quarantena con il veto assoluto di entrare.

Cina: due morti a causa della peste bubbonica. Il villaggio è in isolamento

Insieme al Coronavirus, la Cina deve affrontare un’altra crisi ed emergenza che ha già causato due morti. Si tratta della peste bubbonica che sta preoccupando tantissimo il paese portandolo a vivere una nuova calamità. Cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta e come sta affrontando l’emergenza il popolo asiatico. 

L’intero villaggio di Suji Xincun, nella Mongolia interna, luogo in cui viveva la vittima, è stato messo in isolamento per via della peste bubbonica, la causa principale della morte avvenuta nel paese. La morte della vittima è stata comunicata dall’autorità interna del paese la scorsa domenica, ma è giunta notizia ai media soltanto nella giornata di giovedì 6 agosto, in base alla Commissione sanitaria del Comune di Baotou.

Un’altra vittima è deceduta nella giornata di venerdì, sempre per via della peste bubbonica che sta preoccupando la comunità interna di Batou. Anche questo villaggio, come il precedente, è stato messo in lockdown proprio per prevenire i contagi. In base ai test che sono stati effettuati nel villaggio, risulta che nessun altro sia stato contagiato. 

In questo caso, proprio come con il Coronavirus, anche le altre persone che sono entrate in diretto contatto con il paziente deceduto, sono state messe in quarantena per evitare eventuali contagi e problemi. Non è la prima volta che si sente parlare di peste bubbonica all’interno della comunità cinese, in quanto già lo scorso 8 luglio, alcune località turistiche sono state chiuse proprio per la conferma di un caso che ha avuto luogo a Bayannur. 

Oltre a questa zona, anche altre aeree limitrofe, compresa l’intera regione circostante, sono state bandite e vietate ai turisti proprio per evitare ulteriori contagi e rischi. Nel novembre dell’anno scorso, sempre nella zona della Mongolia interna, si sono verificati alcuni casi di peste bubbonica e polmonare per via di marmotte o conigli selvatici che vengono consumati cotti o crudi dagli abitanti della regione. Per questo motivo, le autorità hanno posto il veto per la caccia alle marmotte nella zona.

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