Cina: 20 milioni di persone in quarantena per il nuovo virus

L'Organizzazione Mondiale della Sanità è prudente sull'allarme del nuovo coronavirus: tuttavia, in Cina sono già state prese ingenti misure di quarantena che coinvolgono quattro città.

Cina: 20 milioni di persone in quarantena per il nuovo virus

Wuhan, Ezhou, Huanggang, e Xianning sono le quattro città della Cina centrale che sono state messe in quarantena. Un totale di circa venti milioni di persone non possono muoversi: paragonato alla nostra Italia, si tratterebbe di un terzo della popolazione. Misure drastiche per contenere un virus che, sino a poche settimane fa, pareva tutt’altro. Ad oggi vi sono 26 vittime accertate e oltre 800 contagi, parte dei quali versa in gravi condizioni. 

La Cina è famosa per la forte censura che il governo applica sui media; non esiste la libertà di stampa ed ogni notizia che arriva dal Paese è filtrata e pilotata dalle autorità. La situazione del nuovo virus sta quindi suscitando i pareri più discordi sulla pericolosità e il rischio di contagio.

Per far fronte alle emergenze di Wuhan, primo focolaio del virus denominato 2019-nCoV, è stato costruito un nuovo ospedale in appena sei giorni, avvenimento che desta qualche attenzione non tanto per la velocità dei cinesi a cui siamo da tempo abituati, ma perché sottolinea le forti misure precauzionali che il governo locale sta prendendo.

Per risalire ad episodi precedenti, bisogna tornare indietro al 2003 con la comparsa della Sars. In una città poco distante da Pechino venne costruito un ospedale in sette giorni. Ad oggi, questa malattia è estremamente rara e, nel suo apice di diffusione, ha causato poco più di 800 decessi. Sia il nuovo coronavirus che la Sars sono accumunati dal fatto di essere facilmente confusi, nelle loro fasi iniziali, con altre patologie, quali febbre o polmonite.

Il direttore generale della OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato: “Al momento non ci sono prove di trasmissione da uomo a uomo al di fuori della Cina ma solamente tra persone vicine a pazienti infetti, come i familiari o i medici che li curano“. Nel mentre, la popolazione cinese si protegge come può, acquistando farmaci contro le malattie respiratorie.

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