Un altro terremoto colpisce il Cile: ieri sera forti scosse, di magnitudo 8.4 della scala Richter, sono state registrate nella regione di Coquimbo.
Il movimento tellurico ha avuto il suo epicentro nella zona di Canela Baja, a circa 55 km dalla città di Illapel, situata a circa 170 km da Valparaiso. La forte intensità del terremoto, registrato alle 19:54, ora locale, ha attivato l’allerta rossa per allarme tsunami e le autorità hanno ordinato l’evacuazione di tutta la popolazione delle località situate nella costa del Pacifico. L’allerta è stata estesa allo Stato delle Hawaii. Le onde alte fino un metro potrebbero colpire anche le coste dell’Ecuador e del Perù, il Messico, il Giappone, la Russia e alcune parti dell’America Centrale e dell’Oceania.
La presidente Michelle Bachelet, ha dichiarato che le zone del centro e nord del paese, le maggiormente colpite, saranno qualificate come “zona di catastrofe” affinché gli aiuti dello Stato possano arrivare con più rapidità alle popolazioni.
Fino ad ora si contano sei morti, trenta feriti, ma sono tante le denunce di persone scomparse.
Case e strade distrutte, danni a veicoli e un milione di persone evacuate rimaste senza acqua potabile e energia elettrica: è al momento il bilancio di questo forte sisma che ancora una volta ha colpito una terra già duramente devastata da eventi naturali di questo genere. Solo 5 anni fa il paese dovette affrontare il terzo terremoto più forte registrato in Cile, con una potenza di 8.8 gradi e una durata di 4 minuti. Sisma con epicentro nella zona di Constitucion, che causò la morte di oltre 500 persone.
Il sindaco di Coquimbo, Cristian Galleguillos, ha confermato che una serie di onde causate dal terrmoto hanno inondato gran parte della zona centrale della città di Coquimbo e della località di Tongoy. Ha inoltre precisato che il mare ha raggiunto punti che sarebbero da 10 a 15 metri sopra il livello del mare, ma che non si esclude che possano superare questo limite.