Chios: a Pasqua si festeggia con una guerra di fuochi

Una delle tradizioni più curiose la troviamo a Chios dove il giorno di Pasqua due chiese ortodosse San Marco e Panagia Erithiani si sfidano a colpi di fuoco d'artificio. In questa vera è propria guerra di fuochi sono coinvolti la maggior parte degli abitanti

Chios: a Pasqua si festeggia con una guerra di fuochi

Chios, l’isola Greca che si trova nella zona orientale del mar Egeo, di fronte alla costa turca, in questi giorni è protagonista di una guerra di  fuochi d’ artificio.

Infatti, la tradizione vuole che il giorno di Pasqua ci sia una vera e propria sfida tra due chiese, quella di San Marco e quella di Panagia Erithiani entrambe ortodosse ed entrambe situate nella città di Vorolandos. La sfida vede schierate le due squadre che si lanciano migliaia di fuochi d’artificio mirando alla campana della chiesa avversaria.

L’avvenimento coinvolge la maggior parte della gente,  gli oltre 150 giocatori sono chiamati a produrre circa venticinque mila fuochi d’artificio, i quali devono essere preparati con attenzione e meticolosità, perché gli stessi devono andare lontano e velocemente, allo stesso tempo non si devono spegnere durante il tragitto. Tutto questo fa si che la preparazione di questa festa richieda alcuni mesi.

Nonostante la produzione di questi fuochi è illegale, e nonostante a causa di questi fuochi ci siano stati alcuni incidenti mortali, le autorità dell’isola tollerano il tutto in nome della tradizione.

Oltre ai partecipanti alla gara il resto degli abitanti della città è impegnato a infagottare le facciate delle due chiese, per evitare che ci siano danni alle stesse. Allo stesso modo devono proteggere anche gli edifici vicino alle chiese, per eventuali razzi che vanno fuori bersaglio.

Non si è a conoscenza di come sia nata questa tradizione, si sa solo che ha origini antiche e precisamente all’occupazione degli ottomani. Infatti si ritiene che il lancio dei fuochi d’artificio ha sostituito lo sparo dei cannoni a salve che venivano utilizzati per festeggiare la Pasqua a quei tempi, perché gli stessi furono sequestrati dagli occupanti Turchi. C’è da dire che non tutti gli abitanti della città sono appassionati di questa festa, infatti più di qualcuno è impensierito per i rischi di incidenti e di possibili incendi che possono scaturire da questa festa.

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