Michio Hirano, il medico che ha deciso di somministrare a Charlie Gard la terapia sperimentale, ha incontrato i medici dell’ospedale Great Ormond Street Hospital di Londra, dove il bambino è in ricovero. Con lui c’erano altri sei medici, tra cui uno era l’esperto dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Hirano ha visitato il bambino ed ha avuto anche l’accesso per controllare la sua cartella clinica.
Il neurologo della Columbia University di New York, Michio Hirano, è convinto che le cure della terapia sperimentale possano guarire il bambino dal problema della depressione del dna mitocondriale. Infatti, il medico rimarrà ancora qualche settimana a Londra per convincere l’Alta Corte a non staccare la spina e convincerli a provare questa tecnica.
Hirano infatti è convinto ha ipotizzato di far avere a Charlie Gard un miglioramento tra il 10 ed il 50% se la tecnica alternativa, studiata direttamente dal medico Michio Hirano (che sta ancora sperimentando e che si trova ancora ai primi studi) dovesse funzionare, anche se questa ipotesi si scontra con quella data dal Great Ormond Hospital, e su questa base l’Alta corte aveva deciso di staccare la spina al bambino, per evitare inutili sofferenze.
Verdetto che però è stato momentaneamente sospeso, poiché la campagna di sensibilazione intorno al bambino è stato enorme, facendo muovere tutto il mondo, tra cui ci sono stati gli interventi del presidente degli USA Donald Trump ed il Papa, e con l’ospedale del Bambin Gesù di Roma che era pronta ad accoglierlo nelle proprie strutture. Da qui sono nati i primi spiragli di cura, ed hanno aperto uno studio per provare una tecnica sperimentale, dove ci sono stati i confronti tra medici internazionali, tra cui uno proviene proprio dal Bambin Gesù.
Tuttavia la famiglia, negli ultimi interventi, non è rimasta entusiasta per come si era comportato l’ospedale del Great Ormond Hospital: “Charlie Gard è tenuto prigioniero dallo Stato e dal servizio sanitario britannico. Se i Gard fossero ricchi, Charlie avrebbe già ottenuto la possibilità di essere sottoposto a una terapia alternativa”.