Ancora orrore in Nigeria, dove i fondamentalisti islamici di Boko Haram continuano, a suon di attentati, a creare il caos nello Stato africano. A onor del vero, i due attentati di ieri sera non sono ancora stati rivendicati, ma le modalità e gli obiettivi dell’attacco lasciano pochi dubbi alle autorità nigeriane: si tratte di Boko Haram.
I fatti sono questi: nella serata dell’1 ottobre, nella città nigeriana di Maiduguri, capitale dello stato federale di Borno. situata nel nord-est del Paese, si sono verificati due attentati distinti. Il primo, di fronte ad una moschea; il secondo, nei pressi di una sede di vigilanza. Ancora una volta, sono delle giovani donne ad essere protagoniste della strage: cinque di loro (la più piccola aveva appena 9 anni), sono state infatti imbottite di esplosivo e hanno portato alla morte di 14 persone (comprese loro) e di 39 feriti. Un numero ancora provvisorio, dato che la mutilazione di molti dei feriti potrebbe portare le sfortunate vittime alla morte, nel giro delle prossime ore.
Per quanto riguarda la moschea, l’attentato sarebbe avvenuto poco prima della consueta preghiera, quando cioè il luogo di culto era decisamente affollato. Boko Haram, quindi, torna nella zona dove sei anni fa era partita la sua strategia del terrore, con l’obiettivo dell’instaurazione della Sharia. Da allora, sono oltre 17.000 i morti dovuti agli attentati rivendicati o attribuibili al gruppo terroristico islamico, che ha intensificato i propri attacchi dall’elezione dell’attuale presidente nigeriano Muhammadu Buhari, il quale ha fatto della lotta contro Boko Haram uno dei suoi punti di forza.
Lo stesso giorno, Boko Haram si è resa responsabile dell’uccisione di undici persone nella città di Kirchinga, secondo le fonti locali, che riferiscono come questi tre episodi potrebbero essere la conseguenza della resa di 80 combattenti del gruppo terroristico proprio nella regione del Borno, annunciato in pompa magna dal governo, che ha reso l’episodio un’emblema della lotta a Boko Haram.