E’ ancora avvolta nel mistero la controversa vicenda di Jason Dalton, unico indiziato per la strage di Detroit. Padre esemplare ed ex liquidatore impiegato presso un’agenzia di assicurazioni del Michigan, Jason lo scorso sabato 20 febbraio salì sulla sua auto ed aprì il fuoco contro i passanti in preda ad un inspiegabile delirio omicida, uccidendo 6 persone e ferendone altre due.
Il 45enne, incensurato, non aveva mai dato segni di una condotta violenta, ed amici e conoscenti l’hanno descritto come un ottimo padre ed un uomo mite e tranquillo. Appassionato di automobili e di motori, più che di armi da fuoco.
Fatto sta che nei suoi 45 anni di vita, fino a quel terribile giorno, Jason Dalton era sempre apparso a tutti come il paradigma dell’ordinarietà, l’esempio perfetto dell’uomo comune, dedito alla famiglia e rispettoso della legge.
Eppure la polizia di Kalamazoo (Michigan) non ha dubbi: il responsabile della folle strage consumata a Detroit sabato scorso, a circa 200 chilometri dall’abitazione di Jason, sembra essere proprio lui. “Siamo sicuri di avere arrestato il colpevole” ha dichiarato Jeff Ketting, procuratore di Kalamazoo.
Le prove a carico dell’ex liquidatore assicurativo sono solidissime, stando a quanto riferisce la polizia americana. L’uomo avrebbe iniziato la sparatoria attorno alle 16:00 sparando una donna in corrispondenza di un complesso residenziale poco distante da casa sua.
Quindi con lo stesso fucile avrebbe ucciso Tyler e Rich Smith, padre e figlio, ad una quindicina di miglia di distanza dalla sua prima vittima (ricoverata ora in gravissime condizioni, ma ancora in vita). A quel punto avrebbe guidato ancora fino al parcheggio di un ristorante, sparando ancora a cinque persone, tutte donne. Quattro di loro sono morte sul colpo.
La caccia all’uomo è finita quella stessa sera, quando la polizia ha identificato e fermato il suv di Jason Dalton fermo ad un semaforo. L’uomo si è immediatamente arreso agli agenti dopo aver compiuto la strage, facendosi arrestare senza opporre resistenza. Ma sebbene le prove inchiodino il 45enne, il movente di quell’assurdo delirio assassino è tuttora ignoto.