Spunta l’ombra del bullismo dietro al suicidio di Ashleigh Bowes, la 14enne inglese trovata morta all’interno della sua abitazione di Macclesfield, Cheshire (Inghilterra) lo scorso 30 Agosto. Ashleig aveva ingerito una dose letale di pillole, e la polizia-analizzando le sue ricerche su internet-aveva scoperto che nelle ore precedenti il suicidio, la giovane aveva cercato informazioni riguardanti l’overdose di medicinali.
Gli investigatori hanno scoperto che, otto giorni prima di togliersi la vita, Ashleigh aveva avuto una violenta discussione con altre ragazze in un parco pubblico. La 14enne aveva già alle spalle dei trascorsi di depressione ed anoressia, e veniva presa costantemente in giro a scuola sia per questo motivo, sia perché la madre la portava alle lezioni in moto.
In particolare, il lavoro degli inquirenti si è concentrato intorno ad un passaggio del diario di Ashleigh, ritrovato dopo il suicidio della ragazza: “Non posso credere che tu abbia detto a XXX (nome omesso per la privacy, nda) che ero depressa. Mi fidavo di te. Pensavo che avresti capito. Non riesco a sopportarlo. Sei stata così insensibile l’altro giorno. COSì INSENSIBILE. Quando sono andata via dal parco sono scoppiata a piangere. Stavo perdendo i miei amici”.
“La depressione fa male-ha continuato la ragazza nelle sue ultime, tragiche parole-l’anoressia fa male. Non è qualcosa su cui scherzare. Le parole uccidono…”. Ashleigh aveva iniziato a soffrire di anoressia nel 2013, ma grazie al supporto della madre e degli specialisti, era riuscita ad uscire dal tunnel. Lei stessa, parlando degli atti di bullismo nel suo diario, aveva ricordato: “E’ vero, siamo poveri. Non possiamo permetterci le grandi marche come te. Ritieniti fortunata di essere stata benedetta”.
“Ma anch’io sono stata benedetta. Non è divertente uscire dall’anoressia. Ogni volta che mi prendi in giro per questo, mi fa male. Stai attenta alle parole che usi”. Una delle peggiori paure di Ashleigh era che i suoi compagni di classe potessero venire a sapere del fatto che era sotto cure psichiatriche, e quindi prenderla in giro per questa ragione. Cosa poi effettivamente avvenuta.
Nonostante ciò, gli inquirenti non hanno trovato tracce di bullismo né tra i messaggi del Blackberry di Ashleigh, né tra quelli presenti nel suo computer. Helen Cox, infermiera scolastica dell’ex istituto della ragazza, ha riferito alla polizia che la giovane: “Era stressata, i genitori stavano divorziando e non aveva amici veri e propri, ma non aveva mai parlato apertamente di suicidio”.
Tuttavia Claire Evans, la psicoterapeuta che aveva Ashleigh in cura, ha spiegato che la 14enne: “Diceva che le ragazze a scuola erano cattive con lei, e la criticavano in continuazione. Aveva dei pensieri suicidi a volte, voleva che tutto quello stress finisse in un modo o nell’altro, ma erano passeggeri. Non aveva mai pianificato realmente di togliersi la vita”.