Brexit: in caso di disordini, pronto il piano per evacuare la regina e la royal family

Dopo il divorzio ufficiale da Bruxelles, a Londra non si escludono violenze e disordini. In questa eventualità è pronto un piano di fuga che trasferirà la regina in un posto sicuro.

Brexit: in caso di disordini, pronto il piano per evacuare la regina e la royal family

Con l’avvicinarsi della fatidica data del 29 marzo che sancirà il divorzio tra Londra e Bruxelles, dall’altra parte della Manica non si nasconde il timore che disordini e violenze possano dar luogo a gravi tensioni sociali.

Termini come “Hard Brexit” e “No deal” incombono come uno spauracchio sui sudditi di Sua Maestà, dubbiosi su un futuro sempre più inteso alla stregua di un pericoloso salto nel vuoto. Al momento non ci sono grosse preoccupazioni, ma se la situazione dovesse improvvisamente precipitare, le autorità hanno già pronto un piano di fuga che consentirebbe di trasferire la Regina e i membri della famiglia reale in un luogo sicuro.  

Il piano di fuga

A rivelarlo è il Sunday Times e il Mail on Sunday, i cui articoli testimoniano come la possibile emergenza non debba essere sottovalutata. Citando una fonte anonima del gabinetto di governo, si è appreso che questi piani segreti altro non sarebbero che una rivisitazione di quelli già predisposti durante la guerra fredda, quando il rischio da fronteggiare era rappresentato da un possibile attacco nucleare lanciato dall’Unione Sovietica

Attualmente il governo britannico sta lavorando per far in modo che l’abbandono dell’UE avvenga nella maniera più indolore possibile, ma esiste sempre l’eventualità che qualcosa possa andare storto. In altre parole bisogna essere pronti al peggio, anche se Jacob Rees-Mogg, un parlamentare conservatore che si è sempre battuto in favore della Brexit, ha rivelato che il piano di emergenza non avrebbe oggi molto senso, visto che i reali non hanno abbandonato Londra nemmeno durante i bombardamenti nazisti della Seconda Guerra Mondiale.  

Anche altri osservatori di corte hanno ribadito questo assunto: la Regina non abbandonerà mai Londra, nemmeno se la protesta dovesse sfociare in toni più simili a quelli di una rivolta. A tal proposito né da Buckhingam Palace, né tanto meno da Downing Street sono arrivate smentite o conferme, anche se “Project Fear”, il piano preparato nel 1962 al culmine della crisi dei missili di Cuba, appare oggi anacronistico oltre che poco riadattabile al caso. All’epoca infatti, il pericolo poteva arrivare da un attacco nucleare al quale rispondere trasferendo la regina su quello che era il suo yacht personale, il Britannia, oppure all’interno di un bunker sotterraneo, dove avrebbero trovato rifugio anche le massime cariche militari e governative.

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