Brasile, infermiera contrae la variante "brasiliana" del Covid-19: si è reinfettata dopo la guarigione

La donna aveva contratto a maggio un ceppo di Sars-CoV-2 più vecchio, secondo gli esperti la variante trovata in Sud America potrebbe ostacolare l'immunità al virus nelle persone che sono state già contagiate. I sintomi della donna sono peggiorati.

Brasile, infermiera contrae la variante "brasiliana" del Covid-19: si è reinfettata dopo la guarigione

Il coronavirus Sars-Cov-2 adesso comincia a fare davvero paura, e soprattutto la cosiddetta “variante brasiliana”, trovata a Rio De Janeiro. Di queste ore è la notizia che un’infermiera di 45 anni si è reinfettata dopo aver contratto ad ottobre un ceppo di Covid-19 più vecchio.

La professionista avrebbe contratto proprio la variante sudamericana. I medici hanno registrato che i suoi sintomi, con questa mutazione, sono addirittura peggiorati rispetto alla prima infezione. Ciò fa pensare che la variante in questione potrebbe ostacolare l’immunità nelle persone che sono state già contagiate dagli altri ceppi di Covid-19.

A scopo precauzionale, quindi, varie nazioni del mondo hanno vietato i voli con il Brasile e con gli stati sudamericani in generale. Tra i primi paesi del mondo a vietare i voli verso il sud del continente americano c’è la Gran Bretagna, che ha sospeso anche i viaggi aerei verso Portogallo, Panama e Capo Verde. Secondo l’Esecutivo presieduto da Boris Johnson c’è il pericolo che la variante possa arrivate anche nel Regno Unito, provocando una vera e propria catastrofe. 

La reinfezione della donna

Secondo quanto riferiscono i media internazionali, l’infermiera 46enne ha contratto per la prima volta il Covid-19 a marzo dello scorso anno, durante la prima ondata quindi. In quel caso aveva sintomi lievi, tanto che è stata curata tranquillamente con il prednisone, uno specifico farmaco che serve per curare l’asma. Dopo 3 settimane la donna è guarita senza problemi e si è ripresa. Ma le cose sono cambiate a ottobre, quando la donna si è riammalata nuovamente. 

A questo punto è corsa in ospedale e si è sottoposta al tampone. Il risultato del test ha dato esito positivo al coronavirus. Qui i sanitari hanno notato che rispetto alla prima volta, la donna aveva diarrea, mancanza di respiro e dolori muscolari. A questo punto gli esperti hanno proceduto a sequenziare il ceppo di Sars-CoV-2 in questione e vi hanno trovato la componente chiave della mutazione “brasiliana” del Covid-19, ovvero quella chiamata E484K, che cambia la forma della proteina spike.

Intanto la variante “brasiliana” sembra essere già presente nel Regno Unito, almeno così ha detto la professoressa Wendy Barclay, dell’Imperial College di Londra. Gli esperti pensano che l’immunità naturale sviluppata dalla donna durante il primo contagio non sia stata in grado di proteggerla dalla seconda infezione da Sars-CoV-2. Si sta cercando di capire anche se questa variante sia resistente ai vaccini anti Covid che stanno cominciando ad essere immessi in commercio.

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