Boom di profughi dal Burundi alla Tanzania, è rischio epidemia di colera

La difficile situazione politica in Burundi ha lasciato il Paese nel caos, tanto che molte persone sono fuggite per paura di una guerra civile. Le condizioni dei loro accampamenti sono precarie, e si sono già verificati casi di colera

Boom di profughi dal Burundi alla Tanzania, è rischio epidemia di colera

Quello dei profughi è da qualche anno un argomento caldo nelle nostre pagine di giornale, ma in questo preciso caso il fenomeno non riguarda l’Italia e l’Europa, bensì un altro continente: l’Africa.

I media di tutto il mondo hanno dato la notizia che da fine aprile circa 100mila persone sono fuggite dal Burundi per rifugiarsi in paesi limitrofi, soprattutto nella vicina Tanzania. Il motivo della fuga di tanta gente sarebbe dovuto ad una situazione politica complicata, che è recentemente sfociata in un colpo di Stato militare.

Il golpe è stato quasi subito monitorato dalle forze sostenitrici del presidente uscente Pierre Nkurunziza, il quale è potuto rientrare in patria dopo circa una settimana. Le difficili circostanze politiche hanno creato in Burundi il panico e il caos totale, tanto che la situazione non sembra per ora essersi calmata. Durante il suo mandato Nkurunziza ha infatti iniziato a rinegoziare contratti di sfruttamento minerario con altri Paesi, e avrebbe inoltre intenzione di ricandidarsi per una terza volta, il che sarebbe anticostituzionale secondo le leggi del Paese. Il rischio è lo scoppio di una guerra civile.

In questi giorni, infatti, il numero di profughi che dal Burundi si sta dirigendo in Tanzania e in Ruanda ha raggiunto cifre molto preoccupanti. Varie organizzazioni umanitarie hanno denunciato un quadro generale in rapido deterioramento, in quanto decine di migliaia di persone hanno attualmente un immediato bisogno di cure mediche, acqua potabile, cibo e riparo.

Molte famiglie hanno cercato la salvezza attraverso il confine sul lago Tanganica, e la UNCR si sta impegnando ad allestire nel miglior modo possibile i campi profughi in quella zona. La priorità è quella di tutelare i più piccoli: molti sono infatti i bambini che arrivano alle frontiere già in cattive condizioni di salute. L’ UNICEF fa sapere che parecchi di loro sono addirittura arrivati da soli, oppure sono stati separati dalle loro famiglie.

Purtroppo l’Organizzazione mondiale della Sanità ha denunciato che, date le precarie condizioni igieniche, si sono già verificati alcuni casi di colera. Il rischio è ovviamente quello di un’epidemia, che metterebbe letteralmente in ginocchio non solo questa comunità di profughi sempre più numerosa, ma avrebbe un notevole impatto umanitario sulla popolazione della regione.

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