Bill Gates è il bersaglio numero uno dei complottisti sul Coronavirus

In rete sono in molti a credere che l’epidemia causata dal Coronavirus altro non sia che il frutto di un complotto su scala internazionale. Il bersaglio di queste teorie è il più delle volte Bill Gates: ecco perché.

Bill Gates è il bersaglio numero uno dei complottisti sul Coronavirus

Con il diffondersi della pandemia di Covid-19, in rete hanno trovato spazio diverse teorie complottiste. Chi non crede alle versioni fornite dalle autorità e dalla stampa “mainstream”, si è convinto dell’esistenza di una ben architettata cospirazione, ordita al solo scopo di creare un nuovo ordine mondiale.

Dal laboratorio segreto cinese messo in piedi per creare armi batteriologiche che colpiscano l’economia statunitense, sul web ha preso piede la convinzione che esista una correlazione tra virus e 5G, una tecnologia che di fatto indebolirebbe il sistema immunitario, favorendo la diffusione del contagio.

Tra le tante teorie, quella che però trova maggior diffusione è legata a Bill Gates. Come documentato da un’indagine condotta dal New York Times e Zignal Labs, società di servizi specializzata nell’analisi dei media, il fondatore di Microsoft sarebbe finito nel mirino dei cospirazionisti dallo scorso 21 gennaio, quando uno youtuber collegato ad un gruppo di ultracomplottisti lo accusò di essere al corrente dell’arrivo della pandemia

A peggiorare la posizione del magnate ha poi contribuito una dichiarazione rilasciata nel 2015. In quella circostanza, il 64enne mise in guardia l’umanità dal rischio dei virus, nemici decisamente più ostici delle armi nucleari, temute in quanto capaci di distruggere in un attimo la vita dell’uomo sulla Terra. “Spendiamo una fortuna in deterrenza nucleare, e così poco nella prevenzione contro una pandemia, eppure un virus oggi sconosciuto potrebbe uccidere nei prossimi anni milioni di persone” profetizzò il filantropo che proprio per quelle parole viene oggi bersagliato dai cospirazionisti.

Questi ultimi lo accusano infatti di aver partecipato alla creazione di un morbo, al solo fine di promuovere la produzione di un vaccino che conterrà dei chip preposti al controllo della popolazione mondiale. Le munifiche donazioni eseguite per tramite della sua Bill & Melinda Gates Foundation, sono state interpretate come il tentativo di mettere in atto questo progetto di controllo globale che secondo Whitney Phillips, docente di etica digitale all’università di Syracuse, da benefattore lo hanno trasformato in una sorta di “uomo nero immaginario”, tanto da essere da molti additato con il titolo di nuovo George Soros.

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