I social network sono una platea molto ampia, alla quale si affaccia un’utenza assai variegata, fatta anche di bambini. Ecco perché, diverse volte, emergono delle proteste contro gli scarsi controlli che queste piattaforme attuano nei confronti dei contenuti veicolati: lo stesso si può dire, a maggior ragione e per questioni tecniche, di quei media che fanno della comunicazione in tempo reale, in diretta live, il loro core business. In caso, però, sarebbe stato ben difficile impedire quello che è successo in Bangladesh, dove una giovane modella di 22 anni si è suicidata mentre videochattava su Skype col marito…
La vicenda in questione, al centro di un vero e proprio caso mediatico in Asia, ha per protagonista Risila Binte Wazer, una giovane indiana del Bangladesh (ex enclave orientale del Pakistan) che, nel 2012, aveva iniziato la sua carriera da modella, prima sulle passerelle dell’immenso continente indiano e, poi, su quelle dei più prestigiosi atelier occidentali: all’epoca in cui aveva iniziato la sua carriera nel mondo della moda e dell’eleganza, Risila era ancora una ragazzina, e frequentava la più prestigiosa università americana del paese, la Atish Dipankar University of Science and Technology (sita nella capitale, Dacca), ove – poco dopo – aveva conseguito la laurea in lingua e letteratura inglese.
Fu proprio in quel periodo che la giovane donna conobbe il suo futuro marito, Imrul Hasan, dal quale ha avuto una bimba che, al momento del tragico evento, era dai nonni: secondo quanto dichiarato al prestigioso quotidiano India Times dalla la polizia locale, impegnata a ricostruire gli ultimi attimi di vita della modella, quest’ultima era intenta in una videochiamata Skype col marito quando, ad un certo punto, ha fissato un cappio, e si è impiccata, sotto gli occhi esterrefatti dell’uomo.
Quest’ultimo, ovviamente, ha subito avvertito la madre della ragazza che, in men che non si dica, si è recata a nord di Dacca, nel quartiere di Badda, ove era sito l’appartamento della figlia, trovandola – però esanime – dopo aver sfondato la porta di casa. La situazione che la donna si è trovata innanzi, purtroppo, era già compromessa, e a nulla sono valsi né i tempestivi soccorsi, né il successivo ricovero allo United Hospital Limited della capitale, ove – ai medici – non è rimasto altro che decretare lo stato di morte di Risila.
La polizia ha fatto trasferire il corpo della ragazza al Dhaka Medical College Hospital, un ospedale convenzionato ove è stata sottoposta all’autopsia, di cui si attendono ancora gli esiti: stando alle prime ricostruzioni delle forze dell’ordine, sembra che la fanciulla avesse dei problemi coniugali col marito, e che le conseguenti tensioni l’avessero precipitata in uno stato di profonda depressione. Quest’ultima e, forse un litigio, avrebbero cagionato l’insano gesto che, ora, lascia priva della madre una bimba di appena 3 anni.