La terribile esplosione avvenuta nei giorni scorsi nel centro commerciale della città di Bangkok, in Thailandia, ha visto un bilancio definitivo di più di 20 morti e di almeno 120 persone rimaste ferite in condizioni gravi. Ad essere colpito è stato il tempio induista sito all’incrocio di Ratchaprasong. Il santuario di Erawan ha riaperto e sono stati depositati fiori in ricordo delle vittime della strage, ma la statua di Phra Phrom, versione thailandese di Brahma, la prima persona della Trimurti secondo la religione induista, presenta ancora dei danni.
Adesso tocca agli inquirenti, il cui lavoro finora non ha deluso le aspettative, in questo è stato già fornito un identikit dell’attentatore riconosciuto e sono stati diffusi i video che lo vedono lasciare lo zainetto nel luogo dell’esplosione. Ma per il capo della polizia thailandese le indagini sono tutt’altro che chiuse; Somyot Poompanmoung, questo il suo nome, ha fatto sapere che sono certi che l’attentatore non abbia agito da solo, dietro di lui ha operato una fitta rete di persone. Intanto, mentre le indagini proseguono, prosegue anche il polverone mediatico su internet.
La gente è indignata e continua a condividere ovunque materiale che possa aiutare l’identificazione dell’attentatore. Il video di quel ragazzo in maglia gialla che lascia sul posto uno zainetto ha fatto il giro del web, finendo per essere condiviso in qualsiasi parte del mondo. Nel frattempo la polizia di Bangkok annuncia tramite un tweet (messaggio su twitter) che sull’uomo ora c’è una taglia di un milione di bath, l’equivalente di circa 28 mila dollari statunitensi.
Le indagini però non sono chiuse perché è davvero quasi impossibile credere che il ragazzo abbia agito da solo, infatti nello stesso video si può vedere un altro ragazzo in maglia rossa agire in modo sospetto; sembra quasi che cerchi di “coprire” il ragazzo in maglia gialla mentre sta lasciando lo zainetto sotto la panchina. Sul web si crede che sia uno dei famigerati complici, ma dalla polizia non arrivano conferme o smentite.