Se foste dei genitori (o qualora lo foste), cosa fareste nel caso in cui vostra figlia di soli tre anni vi dicesse: “Lo sai che sono un ragazzo, vero?“? Nicole Parkmans non ha avuto dubbi: ha deciso sin da subito di assecondare le parole di sua figlia Ava, nata fisicamente femmina ma con una “personalità maschile”. Ed oggi Alex, questo il nuovo nome di Ava, ha 4 anni ed è uno dei più giovani transessuali degli Stati Uniti.
Nel corso di un’intervista rilasciata al Mirror Online, sua madre Nicole ha deciso di raccontare la sua storia, spiegando le ragioni che l’hanno portata ad accettare la transizione della figlia in tenera età. “Sospettavamo che fosse diversa dalle altre bambine già attorno ai 2-3 anni di età” ha dichiarato la donna, ricordando che: “Rifiutava i vestiti che le mettevamo addosso, le clip sui capelli, le scarpe […] Dopo i tre anni, ha iniziato a farci domande sul suo corpo, dicendoci che era nata sbagliata”.
A quel punto Nicole e suo marito Rob, ex tenente dei vigili del fuoco di New York, hanno iniziato a fare ricerche su internet, imbattendosi in diverse testimonianze di famiglie con bambini transessuali: “Abbiamo iniziato a cercare su internet risposte a quello che lei ci diceva, notando che la parola “transgender” appariva in quasi tutti gli interventi. Ci siamo confrontati con famiglie nella nostra stessa situazione”.
Così i genitori di Ava hanno capito di non poter ignorare determinati segnali, ed hanno parlato del loro caso a pediatri e psicologi specializzati in pazienti transessuali; esperti in materia che hanno confermato loro come Ava presentasse tutti i segni distintivi dei transgender. Ma la molla che ha fatto scattare definitivamente la loro decisione, è stato leggere le statistiche sui suicidi relativi ai transessuali.
“Abbiamo visto che quasi il 50% dei giovani transgender commette almeno un tentativo di suicidio entro i 18 anni-ha spiegato Nicole–Quella statistica ci ha spiazzati, è stato allora che abbiamo capito che dovevamo fare qualcosa. Così abbiamo messo da parte ogni velleità di orgoglio e riservatezza, per amore suo”.
“E’ stata dura-ha continuato la madre del piccolo transessuale-non eravamo pronti ad uscire in pubblico, continuavamo a pensare cos’avrebbe pensato la gente nel vedere Ava improvvisamente vestita come un maschio”. Eppure, rimanendo unita, la famiglia di Alex è riuscita ad accettare il cambiamento. Anche Caitlin e Megan, le altre due figlie di Rob e Nicole, hanno accettato la situazione senza alcun genere di pregiudizio nei confronti del loro “nuovo fratellino”.
Ma la risposta più straordinaria è arrivata proprio dalla comunità. Quando Rob e Nicole hanno parlato della questione alla direttrice scolastica, chiedendo all’istituto di trattare Alex come un maschio e spiegandole la loro storia, lei: “Si è alzata dalla scrivania, mi è venuta incontro e mi ha abbracciato. Mi ha detto che avrebbe fatto qualunque cosa per aiutarci. Mi sono messa a piangere”.
Rob e Nicole hanno ricevuto un gran numero di e-mail anche dai genitori dei compagni di classe di Alex, lettere di incoraggiamento e di sostegno: “Non potevamo crederci-ha continuato a spiegare la madre del piccolo transgender–alla fine siamo rimasti svegli tutta la notte, piangendo e continuando a rileggere quelle e-mail”.
“Sappiamo che l’argomento transessuali è nuovo e difficile, confuso e controverso-ha concluso Nicole–ma ora (Alex) è felice come non mai, non piange più a scuola, non è depresso, ed è così che vogliamo che viva la sua vita: con fiducia e sicurezza, orgoglioso di sé stesso e della propria famiglia […] Noi vogliamo che sia felice, e lo ameremo sempre incondizionatamente, a prescindere da tutto il resto”.