Ieri, 3 Ottobre, la più prestigiosa istituzione scientifica del mondo, l’Accademia Reale delle Scienze di Svezia, ha comunicato i nomi dei vincitori di quest’anno per quello che riguarda il Nobel per la Fisica: il premio, questa volta, è stato attribuito agli scienziati Rainer Weiss, Barry C. Barish, e Kip S. Thorne che, col loro impegno quarantennale, hanno reso possibile la prima rilevazione delle “onde gravitazionali”.
Le onde gravitazionali, già ipotizzate da Albert Einstein il secolo scorso, presuppongono uno spazio sviluppato su 4 dimensioni, lunghezza, larghezza, altezza, e tempo, che può essere immaginato come una scatola. All’interno di quest’ultima possono avvenire degli eventi, come l’esplosione di una supernova, o lo scontro di 2 buchi neri, che provocano delle onde di risonanza, un po’ come un sasso che colpisce una superficie d’acqua: tali onde costituiscono un’increspatura dello spazio-tempo quatridimensionale, e si irradiano progressivamente: osservarle, però, non è facile.
Questo perché facciamo parte della stessa realtà che viene influenzata dal loro passaggio: per tale motivo, per accertarne l’esistenza, è necessario usare una tecnica indiretta basata sulla velocità della luce: quest’ultima è una costante, il che vuol dire che il passaggio della luce da un punto A ad uno B dovrebbe avvenire sempre con la stessa durata. Capita, tuttavia, che – in alcuni casi – ci si impieghi più tempo, come se un’onda gravitazionale col suo passaggio avesse dilatato lo spazio-tempo, mentre – in altri casi – tale trasferimento richiede meno tempo, quasi che lo spazio-tempo si fosse contratto. Ecco: dal riscontro di questo tira-e-molla, si ricava il passaggio di un’onda gravitazionale.
La prima rilevazione di questo fenomeno fisico è avvenuta nel 2015, grazie all’osservatorio LIGO (Laser Interferometer Gravitational-Wave Observatory), presente negli Stati Uniti, ma l’annuncio è avvenuto solo quest’anno, dopo che il nostro osservatorio VIRGO – posto a Cascina (Pisa) – ne ha analizzato ed elaborato i dati.
Con l’identificazione pratica delle succitate onde gravitazionali, in un colpo solo, si è ottenuta la verifica delle teorie einsteniane e, oltre a ciò, si è messo a disposizione degli astrofisici un ulteriore parametro per studiare l’universo, oltre a quello – già presente – delle onde elettromagnetiche, aprendo la strada, pertanto, a nuove, potenziali, grandi scoperte.