Le ha classificate come fanno un po’ tutti gli uomini: dalle più belle alle meno belle, secondo criteri improntati sull’avvenenza fisica. Nulla di strano in tutto questo, lo fanno anche i selezionatori dei concorsi di bellezza, ma in un epoca dominata dal politicamente corretto, l’autore di questa inusuale classifica, Song To, ha dovuto rimuovere il catalogo dalla sua mostra in una galleria, subendo l’accusa di bodyshaming, cioè un’offesa fatta alle donne in base al loro aspetto fisico.
La mostra è stata esposta in una galleria di Shanghai dove venivano mostrate circa 5mila immagini di donne che passeggiavano in un campus universitario e che erano ignare di essere riprese e catalogate secondo criteri di leggiadria. L’artista le ha infatti classificate dando loro un punteggio a seconda di quanto le trovasse belle, meno belle o addirittura brutte.
L’uomo ha pensato di aver avuto un’idea geniale, ma ha dovuto fare i conti con quanti, sui social network, hanno protestato per questa manifestazione irrispettosa verso le donne. Polemiche che non si sono placate nemmeno quando la galleria ha rimosso le immagini dalla mostra scusandosi pubblicamente sui suoi profili social.
L’autore però, pur ammettendo di aver avuto un’idea di pessimo gusto, ha rivendicato il diritto di sostenere la diversità, affermando che anche le donne-proprio come gli uomini-hanno caratteristiche fisiche che possono non renderle attraenti.Tutto ciò però non è bastato per ripulirlo dall’accusa di sessismo, un’accusa che ultimamente sembra essere ricercata con la lente di ingrandimento su ogni realtà che riguarda le donne.
La controversa opera è stata creata nel 2013. Song Ta ha spiegato di aver numerato le donne che camminavano di fronte a lui in un campus, dalla più attraente alla meno bella: “Quindi, se vuoi vedere la regina del campus, devi andare al museo il prima possibile”. Dopo le accuse, si è difeso rivendicando il suo “diritto di dire la verità”.