Arrestato il famoso Vip, abusava di minorenni nel suo appartamento

Il noto imprenditore è finito in manette per reati gravissimi ai danni di minori. Il quadro emerso dalle indagini è raccapricciante, ecco cosa si è spinto a fare.

Arrestato il famoso Vip, abusava di minorenni nel suo appartamento

Dopo la denuncia di una 22enne, il noto imprenditore e fondatore della società Assu 2000 è finito finalmente in manette. Si tratta di un potente uomo d’affari francese molto conosciuto nel mondo delle assicurazioni. Secodo la rivista Challenges, il 75enne finito nel mirino della giustizia avrebbe un patrimonio che si aggira intorno ai 160 milioni di euro.

Le accuse che pendono nei suoi confronti sono gravissime, per anni il criminale avrebbe abusato di ragazzine minorenni. Ora una di esse ha trovato la forza di denunciare l’orco per gli abusi subiti dal 2016, recandosi in un commissariato di Parigi. Il quadro emerso fa venire i brividi, l’imprenditore francese rischia una condanna esemplare: ecco cosa faceva.

Gli abusi sulle minorenni

Il milionario francese Jacques Bouthier, uno dei personaggi più influenti in Francia, è stato arrestato con le accuse gravissime di tratta di esseri umani e violenza sessuale su minori. Il 75enne imprenditore, secondo la denuncia delle 22enne Kenza, avrebbe abusato per anni di ragazzine tra i 14 e i 16 anni che ospitava nel suo appartamento trattandole come schiave. 

Una volta diventate maggiorenni, il criminale se ne sbarazzava sostituendole con altre ragazzine più giovani, sorte capitata anche alla ragazza che ha trovato la forza di denunciare gli abusi. Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine, l’orco 75enne reclutava le ragazzine per strada promettendo loro una sistemazione in cambio di prestazioni sessuali. Alla fine è stato incriminato da un video che lo ritraeve mentre era intento ad abusare di una delle 7 ragazzine che aveva ospitato nel suo appartamento.

Ad aggravare la sua situazione, il tentativo di Bouthier di reclutare 3 suoi dipendenti per costringere la testimone Kenza ad espatriare e a distruggere successivamente le prove. Alla fine sono finiti in manette anche questi dipendenti che, anzichè denunciare l’accaduto, hanno pensato bene di ricattarlo economicamente chiedendogli 1 milione di euro.

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