Chiara Páez, ragazza di quattordici anni originaria di Rufino, in provincia di Santa Fe (Argentina), è stata trovata morta sepolta nel giardino del fidanzato. Il ragazzo, Manuel, l’ha uccisa perchè incinta di otto settimane.
Chiara era scomparsa all’inizio di aprile e amici e familiari avevano iniziato le ricerche, mettendo anche la sua foto su internet e su facebook chiedendo aiuto per trovarla. Alle ricerche ha partecipato anche Manuel, il fidanzato di sedici anni con cui stava insieme da pochi mesi e frequentava la stessa scuola. Dopo tre giorni il corpo viene trovato nel giardino del ragazzo, pieno di lividi e dei segni delle botte. Manuel ha confessato di averla uccisa perchè incinta di otto settimane.
Nel corpo della ragazza è stato trovato anche un medicinale per abortire, ora il ragazzo è stato accusato anche di averla costretta ad abortire. Secondo le indagini sarebbe stato proprio questo il motivo che avrebbe scatenato prima una lite e poi la furia omicida del giovane.
Ma a quanto pare non ha agito da solo. “Chiara è una ragazza in forma. Pesa 70 kg, è alta 1 metro e 70. È impossibile che Manuel abbia fatto tutto da solo” ha dichiarato il padre. Sono stati anche arrestati la madre di Manuel, di 34 anni, e il suo compagno di 43 anni.
La morte di Chiara ha sconvolto amici e parenti, ma anche tutta l’Argentina è rimasta scossa da questa tragica vicenda.
Non è la prima volta che accadono fatti simili in Argentina. Ogni 31 ore, infatti, una donna viene uccisa e dal 2008 al 2014 le donne vittime sono state 1800. Dei numeri davvero sconvolgenti e allarmanti. Spesso chi denuncia questi abusi e violenze non viene nemmeno preso in considerazione dalla polizia e la maggior parte delle volte una violenza si trasforma in omicidio.
In seguito alla morte di Chiara sui social network è partita una vera e propria campagna per chiedere al governo che venga fatto qualcosa per queste violenze. Su Twitter si usa l’hashtag #NiUnaMenos (Non una di meno). Alla campagna hanno partecipato anche Leo Messi e Cristina Kirchner (presidente dell’Argentina). Nelle piazze di 70 città dell’Argentina sono scese migliaia di persone a manifestare. E pare che la manifestazione si stia diffondendo anche in Cile e Uruguay.