Arabia Saudita, boom di esecuzioni: “AAA cercasi nuovi boia”

E' boom di esecuzioni in Arabia Saudita, Paese in cui eseguono in media 17 condanne a morte al mese. Per questo il governo è già corso ai ripari: è stato emesso un bando per l'assunzione di nuovi boia. Requisiti richiesti: disponibilità ad uccidere di fronte al pubblico e a torturare i detenuti

Arabia Saudita, boom di esecuzioni: “AAA cercasi nuovi boia”

L’Arabia Saudita è a corto di boia. E’ questo quanto emerge da un annuncio recentemente apparso online nel Paese del Golfo, un’inserzione che di primo acchito sarebbe potuto sembrare tranquillamente riconducibile ad una qualche goliardata, senza nemmeno l’ombra di una plausibile veridicità. Invece, nessuno scherzo: è tutto vero. Il boom di esecuzioni dell’ultimo periodo in Arabia Saudita ha infatti spinto il governo locale a correre ai ripari: i boia sono troppo pochi, sono necessarie nuove assunzioni per non rallentare il ritmo delle esecuzioni.

Agli aspiranti candidati non è richiesto alcun requisito specifico, se non per l’appunto una buona attitudine all’omicidio, e la piena disponibilità a decapitare la gente in pubblica piazza, di fronte ad un gran numero di persone. Da escludersi pertanto coloro che sono affetti da ansia da palcoscenico. Anche un buon grado di sadismo è una caratteristica apprezzabile, dacché i boia non dovranno trattenersi quando vi saranno amputazioni da praticare, per coloro che si macchieranno di reati minori (dopotutto non si può ammazzare chiunque per qualsiasi cosa, lo sanno persino in Arabia).

Otto i posti disponibili: come specificato nel bando, citato da Russia Today, coloro che passeranno le selezioni saranno considerati funzionari religiosi, in quanto entreranno a pieno regime al servizio dei tribunali islamici. Il curioso annuncio di lavoro è uscito proprio a pochi giorni di distanza dalla morte dell’85° condannato alla pena capitale dall’inizio del 2015. Praticamente, dallo scorso 1° Gennaio sono stati uccisi 17 condannati a morte ogni mese, più di uno ogni due giorni; cifra corrispondente al 90% delle esecuzioni di tutto il 2014.

Tutto ciò escludendo il “lavoro extra” previsto per amputazioni e torture. I boia in Arabia Saudita viaggiano ad un ritmo di lavoro infernale insomma, e tra una decapitazione e l’altra fanno davvero fatica a tirare il fiato. Per le aspiranti reclute che verranno selezionate, dunque, ci sarà da divertirsi.

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