Il primo passo è stato fatto e porta la firma della Commissione Difesa che, con voto unanime, si è espressa favorevolmente in materia di legalizzazione della cannabis terapeutica. Il tutto si è tradotto nell’approvazione di un progetto di legge presentato dal governo del presidente Pedro Pablo Kuczynski e finalizzato a consentire la produzione e l’importazione della sostanza esclusivamente per finalità curative.
Se il progetto di legge dovesse andare a buon fine, il Perù seguirebbe altri paesi sudamericani che già si sono mossi su questo tema: si parla in particolare del Cile e della Colombia, ultimi in ordine di tempo; e di Bolivia ed Uruguay, che in materia di norme sulla marijuana sono assolutamente all’avanguardia, con legalizzazioni più ampie a 360 gradi. Nelle ultime settimane anche il Messico si è iniziato ad aprire al cambiamento dopo che il presidente ha firmato, lo scorso luglio, un decreto approvato 3 mesi prima dal Parlamento.
La legge peruviana in materia di legalizzazione della cannabis terapeutica dovrà ora passare per il Congresso monocamerale, che è controllato dall’opposizione, prima di ricevere il via libera definitivo.
Una norma che paradossalmente prende il via da un episodio di illegalità piuttosto evidente: circa un anno fa era stato scoperto un laboratorio clandestino nel quale si andava a produrre, in modo illecito, cannabis medica per persone malate di epilessia. E a produrre la sostanza erano i famigliari stessi dei malati. Ebbene dopo la scoperta, il gruppo di famigliari di queste persone affette da epilessia che gestiva la produzione fuori legge, aveva fatto pressioni sul Governo per cercare di sensibilizzarlo su un’eventuale legalizzazione.
E proprio dall’Associazione delle madri che utilizzano la marijuana per curare i propri figli è arrivato il primo plauso all’iniziativa: “È un passo avanti per migliorare la qualità della vita dei nostri figli”. Questo il commento subito dopo aver appreso la notizia.
Un recente sondaggio ha evidenziato come in Perù circa il 65% della popolazione sia favorevole ad una legalizzazione della marijuana per finalità terapeutiche; se si parla invece di uso personale e ludico, soltanto il 13% è d’accordo con la liberalizzazione. Segno evidente di come si ritenga importante l’approccio curativo con la sostanza a discapito di altri utilizzi.
Il Sud America continua quindi a guidare la svolta in materia di cannabis e legalizzazione, indipendentemente dal fatto che sia per scopi medici, come proprio il Perù si sta apprestando a fare, o che si tratti di uso personale tramite autocoltivazione, con riferimento alle leggi all’avanguardia che sono in vigore in Uruguay e Bolivia.