Anche la Regina Elisabetta investe in paradisi fiscali: Cayman e Bermuda

Polemiche in UK. Il Ducato di Lancaster rassicura: la Regina non gestisce personalmente i suoi investimenti. Nel frattempo l'inchiesta giornalistica internazionale, Paradise Papers, prosegue senza freni.

Anche la Regina Elisabetta investe in paradisi fiscali: Cayman e Bermuda

Il ministro al commercio di Trump. Star della musica come Madonna e Bono. Il co-fondatore della Microsoft, Paul Allen. L’ex generale Wesley Clark, già comandante supremo della Nato in Europa. La regina di Giordania. Il finanziere George Soros. Chi poteva mancare all’appello se non il sovrano più longevo della storia inglese Sua Maestà la regina Elisabetta II?

Il nome in codice della nuova inchiesta giornalistica internazionale è Paradise Papers. Ed è firmata dallo stesso network dei Panama Papers, le carte segrete dello studio Mossack Fonseca che nel 2016 hanno per la prima volta svelato come i potenti del mondo, criminali compresi, occultano i propri patrimoni nei paradisi fiscali e societari.

Da Buckingham Palace ancora nessun commento. E probabilmente non ci sarà. A palazzo reale sanno chiudere la bocca quando serve, come soleva farsi un tempo: far cadere nel dimenticatoio gli scandali.  Oltre 10milioni di sterline della regina investiti in società off-shore, ovvero in società che, per l’appunto, si trovano sotto altri sistemi economici e quindi godono di migliori condizioni sul piano fiscale e legale. Infatti i due fondi nei quali sono stati versati i soldi sono entrambi Oltreoceano: uno alle isole Bermuda e l’altro alle isole Cayman. Due rinomati paradisi fiscali dei quali si sente spesso parlare. 

La polemica scaturita ha dato voce non solo alla premier Theresa May, la quale per ora non si è voluta impegnare ad istituire un registro pubblico delle società off-shore coinvolte, ma anche a Jeremy Corbyn, leader laburista. Egli infatti commenta indignato che “chi cerca di evadere le tasse, dovrebbe riconoscere quello che sta commettendo alla nostra società “. E non sembra avere tutti i torti. A prescindere da fatto che ad essere coinvolta è la regina Elisabetta II.  Notabile anche l’intervento del leader del partito indipendentista Leanne Wood che ha detto solo “vergognosa” !

A prendere le difese di Sua Maestà intervengono il Ducato di Lancaster insieme al Ducato di Cornovaglia dell’erede al trono, una delle maggiori proprietà immobiliari e terriere d’Inghilterra. Ducato di Lancaster che gestisce il patrimonio reale da quasi otto secoli e avente per le mani un fondo, posseduto dalla famiglia reale inglese, di 519 milioni di sterline, stando a quanto rivelato dal Financial Times.

Il Ducato ha dichiarato che gli investimenti della regina non sono gestiti in prima persona, cercando quindi di lavare le mani dalla novantenne e sollecitando il gossip mondiale che gli investimenti sono tutti pienamente controllati e legittimi. Ciò non toglie però la formulazione delle legittime domande sul perché la sovrana dovrebbe investire in paradisi fiscali off-shore. L’inchiesta Paradise Papers continua.

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