All’asta la pistola usata da Van Gogh per suicidarsi

La pistola con cui il celebre pittore olandese, Vincent Van Gogh, si sarebbe suicidato, andrà all'asta il prossimo giugno. Un'arma che apre ulteriori indagini sulla morte del pittore e cerca di fare, per quanto possibile, chiarezza.

All’asta la pistola usata da Van Gogh per suicidarsi

Una chicca è a disposizione di tantissimi appassionati d’arte che vogliono custodirla e averla come cimelio. Stiamo parlando della pistola che il celebre pittore olandese, ovvero Vincent Van Gogh, usò per porre fine alla sua vita. Vediamo tutti i dettagli di questo oggetto e cosa si nasconde dietro la storia di questa arma.

La pistola che il pittore olandese utilizzò per suicidarsi ferendosi allo stomaco è una revolver Lefaucheux, che viene messa all’asta da Auction Art all’hotel Drouot di Parigi il prossimo 19 giugno, per un valore che si aggira tra i 40 e i 60mila euro. Una pistola che è stata rivenuta da un contadino nella metà degli anni ’60, per la precisione nel 1965, ed è stata sotterrata nel campo in cui Van Gogh è stato rinvenuto ferito ad Auvers-sur-Oise (Val-d’Oise).

Una pistola che è diventata un vero e proprio cimelio, al punto da essere stata anche oggetto di esposizione nel Van Gogh Museum ad Amsterdam, la capitale olandese. Gli esperti del museo olandese ne hanno verificato l’attendibilità. Dopo che è stata ritrovata, la pistola è stata consegnata al proprietario dell’albergo Ravoux di Auvers-sur-Oise, in cui il pittore ha vissuto l’ultimo periodo della sua vita fino alla morte, avvenuta il 29 luglio 1890 in seguito alle ferite riportate.

Ora il proprietario dell’albergo che la possiede ha deciso di metterla all’asta. Un oggetto che il pubblico già conosce poiché è stato presentato nel 2012 in seguito alla presentazione del libro “Aurait-on retrouvé l’arme du suicide? di Alain Rohan. In base alle analisi effettuate sul cimelio, l’arma sarebbe molto danneggiata ed è stata nascosta nel terreno per molto tempo, periodo che potrebbe corrispondere ai giorni precedenti la morte del pittore olandese.

Nel 2011 Steven Naifeh e Gregory W. Smith, autori della biografia “Vincent Van Gogh. The life, hanno cominciato a ipotizzare l’idea che Van Gogh non si sarebbe ucciso, ma sarebbe stato ferito a morte da un colpo partito accidentalmente da alcuni giovani che stavano giocando con l’arma. In base a quanto riportano nel libro, il pittore sarebbe dunque morto in seguito ad uno sparo e non ad un tentato suicidio, come si è sempre creduto. Una tesi sostenuta anche da tantissimi altri ricercatori e studiosi.

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