Allarme colera nello Yemen: oltre 1300 morti e 200 mila casi sospetti

Lo Yemen, devastato da una guerra iniziata nel 2015, si trova ad affrontare una crisi umanitaria: è allarme colera. L'Unicef e l'OMS lanciano l'allarme. Le Nazioni Unite invocano il "cessate il fuoco".

Allarme colera nello Yemen: oltre 1300 morti e 200 mila casi sospetti

Nello stato dello Yemen è in corso la peggiore epidemia del mondo: è allarme colera. A denunciarlo sono l’UNICEF e OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Sono oltre 1300 i morti contati sino ad oggi, e pensare che un quarto di loro sono bambini. Si è stimata una media di 5 mila nuovi casi al giorno, media che – con il tempo – potrebbe aumentare in modo vertiginoso.

In soli due mesi, il colera si è diffuso su tutte le regioni del Paese che, oltretutto, è dilaniato da una tremenda guerra: si tratta di un conflitto fra due fazioni, iniziato nel 2015, per la guida legittima del governo, che ha portato lo Yemen al collasso.

Ben 14 milioni e mezzo di persone sono tagliate fuori – del tutto –  dal regolare accesso al sistema idrico e igienico sanitario, aumentando notevolmente, in questo modo, la possibilità di contagio della malattia. A rendere ancora più “fertile il terreno” per il batterio, è la malnutrizione, che ha indebolito – e non di poco – la salute dei bambini, e li ha resi più “facile preda” della malattia.

Va ricordato che i circa 30 mila operatori sanitari locali, impiegati per fermare l’epidemia e la sua diffusione – per quanto possibile –  non percepiscono uno stipendio regolare da quasi dieci mesi: oltretutto, hanno anche il “compito” di gestire la “macabra contabilità” dei decessi.

Ai casi certi, vanno aggiunti gli oltre 200 mila casi sospetti causati dal batterio presente in acqua e cibo, ormai, contaminati. I dati, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, crescono di oltre il 4 per cento ogni 24 ore tra i contagiati: aumenta anche, in modo costante, la percentuale dei deceduti, pari al 3.5 per cento ogni giorno.

Nelle Stanze delle Nazioni Unite, ci si appella ad un “cessate il fuoco”: “Stop alla guerra per dare priorità alla crisi umanitaria del paese“, è il messaggio lanciato.

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