Quest’oggi ci sono stati momenti di puro panico a Tokyo, quando un drone recante il simbolo della radioattività è atterrato sull’edificio nel quale si trovano gli uffici del Premier giapponese Shinzo Abe. Il velivolo in questione, non pilotato dall’uomo, ha scatenato forte paura e clamore per il fatto che portasse con sé un piccolo pacco contenente del liquido. Di primo acchito infatti, i testimoni hanno pensato che si fosse trattato di una bomba. Ma sebbene il drone non avesse con sé alcun genere di esplosivo, cionondimeno gli esperti, durante i test effettuati sul robot, hanno riscontrato tracce di cesio, un elemento chimico radioattivo dannoso per la salute in grandi quantità.
Il drone è stato rimosso dal tetto da una squadra di artificieri chiamata sul posto per sventare l’emergenza, ma anche se ci fosse stata una bomba, il Primo Ministro del Giappone non avrebbe comunque corso alcun genere di pericolo: Shinzo Abe non si trovava infatti all’interno dell’edificio al momento dell’atterraggio, ma si era invece recato in visita ufficiale a Giacarta, in occasione del vertice Asia-Africa organizzato proprio nella capitale indonesiana.
Non è ancora stata resa nota la paternità del gesto, ma fonti vicine al governo giapponese hanno individuato negli ecologisti i principali sospettati: lo scorso mercoledì infatti un tribunale del Giappone aveva disposto il riavvio di una centrale nucleare, bocciando tutti i ricorsi presentati dagli ecologisti riguardanti le possibilità di nuove calamità naturali, dopo il terremoto-tsunami di Fukushima del 2011, che aveva devastato l’omonima centrale provocando enormi danni all’ambiente circostante. Citando le fonti di Wikipedia, che ha riportato le informazioni rilasciate da Reuters, da NHK e dai comunicati stampa della stessa TEPCO in relazione al Disastro di Fukushima Dai-ichi:
“Il 22 marzo, la TEPCO ha comunicato la presenza di iodio, cesio e cobalto nell’acqua di mare nei pressi del canale di scarico dei reattori 1, 2, 3 e 4.In particolare, si sono rilevati livelli di iodio-131 di 126,7 volte più alti del limite consentito, livelli di cesio-134 di 24,8 volte superiori, quelli del cesio-137 di 16,5 volte e quantitativi non trascurabili di cobalto-58. Nei giorni successivi i livelli di radioattività in mare hanno superato di oltre 4400 volte i limiti ammessi”.
Il drone potrebbe essere stato quindi la “risposta pacifica” degli ambientalisti alla riapertura della centrale nucleare, sebbene le indagini siano ancora in corso, e non sia ancora stato possibile risalire a chi lo stesse pilotando, né stabilire quale sia stata la motivazione del gesto.