La situazione dei migranti in mare continua a destare grave preoccupazione al punto che nessuno sembra curarsi di quanto sta succedendo e le autorità europee non fanno nulla in proposito. L’ultimo evento, che si spera non abbia connotazioni tragiche, riguarda un allarme lanciato da Alarm Phone, una Ong che si occupa della loro salvaguardia. Vediamo cosa è successo e come stanno vivendo i migranti al largo della Libia in mare.
Nella notte appena trascorsa, Alarm Phone, una Ong che si occupa di segnalare richieste di soccorso, ha lanciato un allarme che potrebbe essere alquanto preoccupante. Più di 42 migranti sarebbero bloccati in mare al largo della Libia, per la precisione, a Zuwara. I migranti stanno vivendo una situazione di grave pericolo dal momento che si trovano su un barcone in avaria. L’allarme è stato dato nella serata di marte dì 20 aprile intorno alle 23.30.
Proprio su Twitter, Alarm Phone ha scritto il seguente post denunciando quanto sta accadendo e lamentando la non curanza delle varie associazioni: “Circa 42 persone in pericolo a largo di Zuwara, in Libia, hanno appena chiamato Alarm Phone. Dicono di avere il motore guasto e che il mare è agitato. Chiedono soccorso immediato! Abbiamo informato le autorità e chiediamo che intervengano rapidamente!”
Un appello che purtroppo è rimasto inascoltato dal momento che né le autorità europee, ma neanche la guardia libica si sono premurati per riuscire a fare qualcosa in merito e i loro cellulari risultano completamente irraggiungibili. Hanno passato la notte in mare senza che nessuno si preoccupasse delle loro condizioni.
Nella giornata di lunedì 19 aprile, la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese è giunta a Tripoli proprio per provare a cercare un confronto in modo da capire come trattare la tematica immigrazione. La donna, secondo delle fonti, ha incontrato personalità di spicco quali Mohamed Younis Ahmed al Menfi, il primo ministro Abdelhamid Dbeibah e il suo omologo dell’Interno, Khaled Tijani Mazen.
Un dialogo che ha rinforzato ancora una volta i rapporti tra la Libia e l’Italia in modo da unirsi per contrastare i trafficanti e le organizzazioni criminali in attesa di un incontro a Roma con le autorità libiche.