Un triste e controverso sinistro è avvenuto il 22 giugno scorso a Peynier, un comune situato nel dipartimento delle Bocche del Rodano, vicino a Marsiglia. Una bambina di undici anni, rifugiata ucraina, è stata gravemente colpita alla gamba da un moschetto usato da un agricoltore sessantenne, che ha sostenuto di averla scambiata per una volpe.
L’evento si è verificato poco dopo le 20, quando l’agricoltore, dopo aver consumato due birre e due bicchieri di rosé, ha deciso di usare il suo moschetto in direzione di un boschetto vicino alla sua casa. L’uomo, che non possedeva una licenza per il moschetto e che non è un cacciatore, ha dichiarato di aver usato il moschetto con l’intento di spaventare una volpe che stava cacciando i suoi polli. Tuttavia, la sua azione ha avuto conseguenze ben più gravi.
La bambina, che conosceva bene la zona e si trovava in passeggiata nei pressi della sua abitazione, è stata colpita inaspettatamente. Secondo le testimonianze, l’uomo si è avvicinato immediatamente alla bambina dopo il colpo, chiedendo scusa e verificando le sue condizioni. La bambina, che in quel momento era visibile, ha trovato strano che l’uomo non l’abbia riconosciuta.
Il caso ha sollevato molte polemiche e preoccupazioni, non solo per la gravità del sinistro, ma anche per le circostanze che lo hanno causato. Il 5 agosto, il tribunale di Aix-en-Provence ha emesso una condanna in primo grado per l’agricoltore, imponendogli otto mesi di reclusione con sospensione della pena, obbligo di assistenza e risarcimento alla bambina. L’uomo ha dichiarato di essere profondamente colpito dall’accaduto e ha descritto l’evento come un “cattivo riflesso“.
Il caso solleva interrogativi sull’uso dei moschetti non dichiarai e sulla sicurezza pubblica. L’agricoltore, pur avendo ereditato il moschetto e un centinaio di colpi dal padre, non aveva la licenza per possedere o utilizzare il moschetto.