Ennesimo attacco terroristico in Afghanistan, solo che questa volta ad essere presa di mira è stata la sede dell’organizzazione non governativa di Save the Children a Jalalabad, le cui persone, tra cui si contano già tre vittime e più di 20 feriti, hanno avuto la sola colpa di voler salvare la vita ed i diritti umani dei bambini del luogo.
L’attacco ha avuto inzio alle 09:10 ora locale ed è terminato solo dopo le 19: un kamikaze a bordo di una vettura carica di esplosivo, si è fatto saltare in aria all’ingresso del palazzo, seguito, poi, da un numeroso gruppo di altri terroristi armati, che hanno cominciato a sparare addosso alle persone presenti all’interno dell’edificio.
L’attentato terroristico è stato in seguito rivendicato dall’ISIS, attraverso un comunicato pubblicato da Amaq, il relativo organo di propaganda, in cui si legge che “tre martiri hanno partecipato all’attacco contro le fondazioni britanniche e svedesi e le istituzioni governative afghane“. Save the Children ha prontamente annunciato la sospensione delle proprie attività umanitarie nel Paese attraverso l’account Twitter, dove si può leggere: “Tutti i nostri programmi in Afghanistan sono stati temporaneamente sospesi e i nostri uffici chiusi”.
L’organizzazione opera in Afghanistan sin dal 1976, e in tutti questi anni ha realizzato e portato avanti molteplici interventi e progetti per i bambini del Paese. Innumerevoli sono state, infatti, le iniziative volte a tutelarne la nutrizione e l’educazione e Save the Children ci tiene a precisare che la sospensione delle loro attività sul territorio è una condizione temporanea, e che continueranno a fornire il proprio supporto ed aiuto ai bambini più bisognosi del Paese.
Nel frattempo, in segno di cordoglio per i tre colleghi vittime dell’attacco, il sito ufficiale di Save the Children Italia presenta una schermata completamente nera e sulle pagine social dell’organizzazione il caratteristico logo rosso si è tinto di nero.