Un altro episodio di sangue e violenza inaudita avvenuto in Afghanistan, apre le pagine della cronaca internazionale. Banu Negar, una poliziotta afghana è stata brutalmente uccisa nella sua casa a Firozkoh. La donna è stata uccisa di fronte a parenti e familiari, che hanno denunciato l’accaduto parlando all’emittente televisiva inglese della Bbc. La dinamica dell’omicidio è però difficile da ricostruire perchè in città nessuno parla per timore di ritorsioni e rivendicazioni.
I familiari della vittima hanno fornito delle prove a sostegno di quanto denunciato. Foto che mostrano schizzi di sangue sul muro in un angolo di una stanza della casa dove la donna è stata assassinata e un cadavere con il volto gravemente sfigurato. In queste ore l’incolumità delle donne afghane è fortemente compromessa.
Nella capitale ed in altre città del Paese si stanno registrato gravi episodi di inaudita violenza contro di loro. Appena lo scorso sabato, i talebani hanno represso una manifestazione a Kabul con gas lacrimogeni e spray al peperoncino impedendo alle manifestanti di marciare fino al palazzo presidenziale. Secondo una delle manifestanti alla protesta, Soraya, ha dichiarato che diverse donne sono state picchiate con i calci dei fucili ed erano piene di sangue.
Un’altra manifestante, la giornalista Azita Nazimi, ha raccontato invece che quando 25 anni fa, i talebani salirono al potere, le impedirono di andare a scuola ma dopo la loro uscita di scena, riprese a studiare e lavorare diventando una professionista affermata. Le donne come lei non voglio rinunciare ai diritti ed alla libertà acquisita negli anni.
Tutte loro lotteranno per tutelare i propri diritti e quelle delle generazioni future a costo anche della loro stessa vita. L’Afghanistan sta vivendo un momento storico particolarmente delicato dal punto di vista politico, sociale ed economico. Un Paese già fortemente compromesso nel passato e che stenta a riprendersi dopo il ritorno dei talebani.