Dopo Kandahar e Ghazni, anche Herat che era territorio degli alleati ( ex base delle forze italiane) viene conquistato dai ribelli, i talebani. Si tratta della decima e dell’undicesima regione caduta nelle loro mani in meno di una settimana e l’avanzata non si ferma facendo aumentare la tensione locale ed internazionale.
Una rapida avanzata militare fuori controllo, come riportano i giornali locali i talebani si sono impadroniti dei quartier generali della polizia, la prigione locale e dell’ufficio del governatore, unico fronte di difesa in quanto già da inizio anno iniziò il ritiro delle truppe statunitensi e degli alleati della Nato dall’Afghanistan dove più di 9.600 militari hanno ripiegato.
A deciderlo fu il presidente Biden tentando con questa decisione di porre fine alla guerra più lunga di Washington, ma dopo diversi mesi dalla ritirata crescono i timori che questo possa consentire ai talebani di riprendere il potere nel Paese. Le forze di difesa locali sono fuggite, decine di veicoli militari, armi e munizioni sono caduti nelle mani dei miliziani, permettendo sempre di più di rifornirsi e proseguire la conquista dei territori.
Ghazni è il capoluogo di provincia più vicino a Kabul conquistato dai militanti, in pochi giorni con la strada spianata avranno modo di raggiungere Kabul e prendere il pieno potere del Paese. Cresce la tensione per stati appartenenti all’UN che hanno deciso di spostare le ambasciate in posti strategici e più protette o addirittura evacuate.
Questa costante violenza della guerra ha portato decine di migliaia di civili a fuggire dalle loro case in tutto il paese e da tutte quelle città assediate.
A quelli che non sono riusciti a fuggite gli è stato imposto un futuro di atrocità, 183 civili uccisi, 1.181 feriti, compresi i bambini e ulteriori violazioni della dichiarazione universale dei diritti umani, queste erano solo le vittime che potevano essere documentate e chissa quante altre.