Afghanistan: 15 capoluoghi in meno di 10 giorni. Kabul offre il potere condiviso

Solo ieri i numeri erano spaventosi. 10 capoluoghi in una settimana, un migliaio di feriti e 180 morti circa, tra cui diversi bambini. Oggi i numeri sono più grossi, Francia e Germania bloccano i rimpatri.

Afghanistan: 15 capoluoghi in meno di 10 giorni. Kabul offre il potere condiviso

 

L’avanzata talebana è tremenda. I capoluoghi vengono catturati velocemente, sbaragliando le forze della resistenza afghana. Durante la notte di Giovedì 12 Agosto, Lashkar Gah, il capoluogo della provincia più grande dell’Afghanistan, è caduto in mano alle forze islamiste. Insieme ad Herat e Kandahar erano in totale 14 capoluoghi di provincia ad essere sotto il controllo dei talebani, sempre più vicini a Kabul, oggi, invece, cade anche Feruz-Kho per un totale di 15 capoluoghi di provincia catturati.

Le truppe della resistenza afghana si stanno ritirando a Kabul ma solo con la conquista di Ghazni, decimo capoluogo caduto, a 150km da Kabul, i dati confermavano oltre mille feriti e 180 morti di cui circa 30 erano i bambini, cosa che ha fatto indignare l’Unicef (e non solo), che solo qualche giorno prima denunciava quanto stesse accadendo. Più di 350.000, invece, gli sfollati. Uno scenario drammatico che era destinato a peggiorare.

Kabul nel tentativo di fermare gli spargimenti di sangue, secondo l’agenzia AFP, avrebbe tentato di offrire il “potere condiviso” ai talebani. Offerta che se da un lato è comprensibile, dall’altro vedrebbe vanificati 20 anni di guerra che hanno portato a diverse vittime tra i militari (tra cui Italiani, Americani e Tedeschi) ma soprattutto più di 40.000 vittime civili afghane.

“Strategicamente” i talebani al momento sembrano interessati a conquistare le province attorno a Kabul nel possibile tentativo di accerchiarla e mirare ad una resa da parte della capitale che, isolata a quel punto, potrebbe dover tentare un’ultima eroica difesa prima della quasi sicura misfatta. Zabihullah Mujahid (portavoce dei talebani) ha detto che non sono neccessari ulteriori spargimenti di sangue ammesso che non ci siano ulteriori “futili resistenze”. Basti vedere quali sono i capoluoghi già sotto il loro controllo, elencati di seguito con la relativa posizione rispetto alla capitale Afghana (quindi non rispetto al centro del paese) per comprendere la situazione attuale:

  • Zaranj : 6 Agosto. Sud-Sud Ovest.
  • Sheberghan : 7 Agosto. Nord, leggermente verso ovest.
  • Sar-E-Pul : 8 Agosto. Nord.
  • Kunduz : 8 Agosto. Est- Nord Est.
  • Taloqan : 8 Agosto. Est – Nord Est.
  • Aybak : 8 Agosto. Nord.
  • Farah : 9 Agosto. Ovest.
  • Pul-E-Khumri : 10 Agosto. Est- Nord Est.
  • Faizabad: 11 Agosto. Est – Nord Est.
  • Ghazni: 11 Agosto. Ovest-Sud Ovest – 150km.
  • Kandahar: 12 Agosto. Ovest – Sud Ovest.
  • Herat: 12 Agosto. Ovest.
  • Qala-E-Naw: 12 Agosto. Nord – Nord Ovest.
  • Lashkar-Gah: 12 Agosto. Sud-Ovest.
  • Feruz-Koh: 13 Agosto. Ovest-Nord-Ovest.

Sulla carta il loro piano pare funzionare ma tra i soldati della resistenza c’è chi lotta fino alla morte anche in evidente inferiorità numerica. Sembrerà “romantico” ai più, ma la verità è che nelle province già sotto il controllo talebano stanno tornando le vecchie leggi “abolite” in precedenza dalla democrazia portata dalla missione NATO. Donne forzate a indossare il burqa, bambini costretti ad alternare lo studio del Corano all’addestramento militare, imbracciando fucili, spesso, più grossi di loro. 

Le ambasciate a Kabul vengono intanto evacuate e diversi paesi si fanno sentire a partire dalla Germania che ha già affermato di tagliare i fondi per l’aiuto allo sviluppo, circa 430 milioni, all’Afghanistan se questa dovesse cadere in mano ai Mujahiddin. L’Italia, invece, dice attraverso il segretario generale della Farnesina che non verranno riconosciuti nuovi Emirati se fondati sulla violenza. Per limitare i danni Germania e Francia hanno bloccato i rimpatri mentre gli USA ancora no.

A pagarne il prezzo, purtroppo, sono e saranno i civili mentre le truppe afghane si ritirano nel tentativo di organizzare una miglior resistenza. La domanda però, ora qualche domanda sorge spontanea. Si parlava di un periodo che andava da 30 a 90 giorni per la possibile caduta di Kabul, ma oggi quanto tempo ha a disposizione la capitale? Soprattutto, con le truppe in procinto di arroccarsi nella capitale, potrebbe esserci un’ultima strenua difesa della democrazia? Quanto impatterà la volontà di far cessare le violenze talebane, da parte di Ashraf Ghani Ahmadzai , presidente della Repubblica Islamica dell’Afghanistan?

La verità è che potrebbe esserci un vero e proprio massacro a Kabul, diversi soldati afghani sono arrivati all’estremo sacrificio in diverse province e i sopravvissuti costretti alla ritirata potrebbero arrivare a tanto pur di difendere la capitale ed il simbolo che essa rappresenta per il paese: la libertà.

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