90.000 casi di infezione da coronavirus nel mondo

Sono 90.000 i casi riscontrati nel mondo di persone affette dal coronavirus e le varie nazioni stanno adottando diversi sistemi di precauzione per evitare il contagio e il ritorno del virus in Cina.

90.000 casi di infezione da coronavirus nel mondo

Aumentano nel mondo le persone contagiate dal coronavirus, con una stima che va oltre le 90.000 unità infettate ed i 3.117 decessi. I dati non sono allarmanti per la percentuale di mortalità molto bassa, ma bisogna comunque rispettare delle semplici norme di igiene per cercare di evitare il contagio.

Ormai sappiamo tutti le regole che ci sono state indicate per prevenire il contatto con il Covid-19, come il lavarsi bene le mani ed evitare il contatto con persone che soffrono di problemi di infezione dell’apparato respiratorio.

Tutte le nazioni del mondo stanno adottando un sistema di prevenzione, in attesa di una cura precisa, con diversi incontri per evitare che si allarghi ancora di più l’infezione di massa. Stiamo assistendo alla chiusura di negozi nelle zone in quarantena, ai rinvii di eventi culturali e sportivi che stanno mettendo a dura prova ogni settore lavorativo, specialmente quello turistico.

Anche eventi di una certa importanza rischiano di essere rinviati o cancellati, come nel caso delle olimpiadi di Tokyo, che si pensa di rinviare a fine anno.

Secondo un contratto fra il Giappone e il Comitato Olimpico Internazionale (CIO), le olimpiadi devono tenersi entro il 2020 e da qui nasce l’ipotesi del primo ministro giapponese, Seiko Hashimoto, di rinviare i giochi se non si risolve il problema virale prima dell’estate.

Dall’altra parte del Mar del Giappone, si ha la nuova restrizione della capitale cinese per quanto riguarda la gestione degli arrivi da parte delle persone provenienti dai paesi contaminati (Corea del Sud, Giappone, Iran e Italia). Le persone provenienti dai paesi sotto attacco del virus devono rimanere 14 giorni in quarantena con la disponibilità di soggiorni in alcuni edifici designati dall’autorità cinese, nel caso in cui ci siano delle persone senza dimora.

Queste misure di sicurezza sono state attivate anche per gli stessi cittadini di Pechino, ma soprattutto sono state adottate per evitare un ritorno del virus dall’Occidente verso l’Oriente.

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