Una pena dura per Robert Roy Farmer, 26enne californiano originario di San Josè, che è stato condannato a 16 anni di carcere per aver ucciso 21 gatti. Come riporta il Mercury News, primo giornale che ha indagato su questa notizia, su molti dei felini, il giovane Farmer ha anche commesso degli abusi sessuali.
Per il momento la difesa non crede a questa possibilità, ma questa ipotesi non viene assolutamente esclusa dal veterinario che ha eseguito l’autopsia sui cadaveri dei gatti uccisi dal ragazzo. Il medico infatti, durante l’udienza preliminare, ha dichiarato più volte che sugli animali, grazie agli esami fisici, emergono dei reali segni di violenza, che potrebbe anche non essere sessuale.
Questo è ciò che ha scritto in una nota letta dai legali di Robert Farmer: “Sembra che questi crimini siano stati commessi da un’altra persona. Ma in realtà so di essere stato io. È così difficile capire perché l’ho fatto. Ho rubato un componente delle loro famiglie. Il fatto che fossi fuori di me non è una scusante”.
Il vice procuratore distrettuale ha giudicato queste parole come un chiaro tentativo di manipolare. Già dai primi interrogatori infatti è uscito fuori che Robert Roy Farmer soffrisse di un disturbo della personalità ed è stato giudicato “senza alcuna speranza di riabilitazione“, quindi per i medici costituisce un serio pericolo per la comunità cittadina.
Questi rapimenti dei gatti sono iniziati due anni fa, nel 2015, quando Farmer ha iniziato a rapire i primi gatti nel quartiere di Cambian Park. Ad ottobre dello stesso anno, il ragazzo è stato ritrovato in un parcheggio mentre stava dormendo e sul cruscotto aveva un gatto morto. C’erano pezzi di pelliccia e strisce di sangue ricoprivano l’auto, furono ritrovati anche dei guanti pieni di peli ed un coltello da caccia.