15 volontari liberi dopo 40 giorni in una grotta: ecco l’esperimento costato 1,2 milioni

Dopo 40 giorni passati in una caverna sotterranea al buio e totalmente isolati dal mondo esterno, 15 volontari sono emersi. Ecco lo scopo dell'esperimento, costato 1.2 milioni di euro.

15 volontari liberi dopo 40 giorni in una grotta: ecco l’esperimento costato 1,2 milioni

Dopo 40 giorni passati in una caverna, 15 persone che hanno preso parte ad un esperimento in cui sono stati isolati dal mondo esterno sono emersi dalla grotta sabato.

I 15 volontari, sette donne ed otto uomini, hanno trascorso 40 giorni e 40 notti in una grotta sotterranea senza luce solare, con una temperatura di 10 gradi celsius e con un tasso di umidità del 100%. Completamente tagliati i contatti col mondo esterno: niente informazioni sulla pandemia, nessuna comunicazione con parenti o amici.

Gli scienziati dello Human Adaption Institute, che hanno guidato il progetto “Deep Time” da 1,2 milioni di euro, sostengono che l’esperimento aiuterà a comprendere meglio come le persone si adattano a cambiamenti drastici nelle condizioni di vita e di ambiente, un argomento sul quale molti hanno riflettuto a causa della pandemia mondiale di Coronavirus.

Il ritorno alla superficie dei 15 volontari all’uscita della grotta Lombrives è stato accolto da applausi. I volontari hanno dovuto indossare speciali occhiali oscurati per proteggere gli occhi dai raggi solari dopo aver passato così tanto tempo al buio. La 33enne Marina Lançon ha commentato che l’esperimento “E’ stato come premere il pulsante pausa“, aggiungendo che sarebbe voluta restare ancora più a lungo, ma che era felice di sentire di nuovo il vento sul viso e gli uccelli cantare.

Altri volontari hanno detto che il tempo è passato più lentamente, in assenza di orologi e di luce solare per rendersi conto del passaggio delle ore, e che pensavano di aver trascorso meno giorni dentro la caverna. I volontari hanno infatti seguito i propri orologi biologici per capire quando mangiare e quando dormire, ed hanno contato i loro giorni in base ai cicli di sonno effettuati. Quando gli scienziati hanno annunciato venerdì che sarebbero presto usciti, i 15 volontari pensavano invece di avere ancora 10/15 giorni rimanenti.

Lo studio, una collaborazione tra laboratori francesi e svizzeri, ha visto il monitoraggio del sonno, delle interazioni sociali e delle reazioni comportamentali dei volontari tramite sensori. Uno dei sensori era un piccolo termometro inserito in una capsula che i 15 partecipanti hanno inghiottito come una pillola, e che ha inviato ad un computer i dati della loro temperatura corporea.

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